2013-06-03 13:19:55

Governo italiano pronto a varare piano per incentivare occupazione giovanile


In Italia occorrono maggiori sforzi per incentivare la trasformazione dei contratti a tempo determinato in posti di lavoro fisso''. Lo afferma l'Ilo, l'Organizzazione Internazionale del lavoro, che invoca alternative alla cosiddetta "staffetta intergenerazionale". Intanto il governo italiano si dice pronto a varare il "piano shock" per l’economia a partire dalla detassazione per le imprese che assumono giovani disoccupati. "Bene, – spiega la leader Cgil, Camusso – ma gli incentivi riguardino solo i contratti stabili." “Dalle frasi spot si passi ai fatti”, chiede Liliana Ocmin, segretario confederale della Cisl al microfono di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. - Le esenzioni fiscali possono essere uno strumento: più volte noi abbiamo effettivamente chiesto uno shock fiscale. Ovviamente poi devono essere accompagnate dagli investimenti, dalle innovazioni e dalla ricerca. Si deve anche trovare una sostenibilità, perché noi non possiamo oggi pensare di poter elargire fondi, senza avere una copertura economica. Io penso che l’unico modo per creare occupazione sia fare sul serio un piano di intervento, di rilancio, di politiche industriali ed energetiche, uscendo dalle logiche di contrapposizione, che non portano da nessuna parte. Noi sicuramente evidenzieremo la necessità di poter utilizzare lo strumento della “staffetta intergenerazionale” tra i giovani e gli anziani, ma è anche necessario continuare a rinforzare e ampliare il credito di imposta. Sicuramente un tema che non possiamo assolutamente trascurare è quello legato alla conversione dei contratti non standard a contratti a tempo indeterminato, soprattutto per quelle fasce di età in cui i giovani hanno bisogno di costruirsi una vita familiare. Noi pensiamo che sia anche importante continuare a promuovere lo strumento dell’apprendistato, ma dobbiamo farlo celermente perché i giovani non credo abbiano bisogno di risposte solo per il loro futuro, ma per il loro presente: c’è una generazione che oggi attende risposte e le attende da parecchio tempo.

D. - Due milioni e mezzo di giovani che non lavorano e che non studiano…

R. - Sì, è scandaloso! E credo che questo dato non solo ci porti indietro negli anni, ma che condizioni irreversibilmente il futuro e il presente di una generazione intera. Per quanto riguarda poi in particolare il Sud, dove i giovani spesso vivono in un contesto di grandissima difficoltà, ovviamente si rischia di andare ad allargare le file della malavita organizzata. Non credo che sia poi da sottovalutare neanche il numero dei giovani che rappresentano i “cervelli” e vanno all’estero: questa è una grande difficoltà! Noi siamo un Paese anomalo: importiamo "manovalanza" immigrata ed "esportiamo i cervelli" e i talenti.

D. - E’ colpa di un mancato investimento, come ha sottolineato recentemente anche il capo dello Stato Napolitano, a proposito della "fuga dei cervelli", ovvero: “investiamo per la formazione di questi giovani e poi lasciamo che vadano altrove”…

R. - E’ Pil "regalato" agli altri Paesi, indubbiamente! E questo perché diamo via i nostri talenti, li regaliamo e poi soprattutto i più bravi… Voglio dire che un Paese che non investe nella cultura, che ha le difficoltà che ha, non può uscirne se non investe concretamente, se non dà opportunità occupazionali, affinché questi talenti possano rientrare. Credo che riguardo a questo sia necessario anche fare una riflessione sulla mancata meritocrazia, sul mancato riconoscimento valoriale delle capacità e delle opportunità, che questi giovani non trovano nel proprio Paese. Questo ovviamente condiziona in modo irreversibile il futuro di tutto il Paese.







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