Papa Francesco presiede l’Adorazione Eucaristica in contemporanea mondiale
Nella solennità del Corpus Domini e nel contesto dell’Anno della Fede, Papa Francesco
presiederà oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17 nella Basilica di San Pietro, una
speciale Adorazione Eucaristica che si estenderà in contemporanea in tutto il mondo,
coinvolgendo le cattedrali e le parrocchie di ogni diocesi. Per un'ora, dunque, tutto
il mondo sarà unito in preghiera e in adorazione del Santissimo Sacramento. Su questo
straordinario evento, Antonella Palermo ha intervistato don Alberto Pacini,
rettore della Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, dove da dodici anni si svolge
l’adorazione perpetua:
R. - Questa
iniziativa è una gioiosa occasione, ma non una sorpresa perché è perfettamente in
linea di continuità con il Magistero di Giovanni Paolo II, il quale diceva: “Le nostre
comunità cristiane devono diventare scuole di preghiera” e Benedetto XVI che scrive,
nella Sacramentum Caritatis, “Peccheremmo se non adorassimo Colui che andiamo
a ricevere”. Quindi, questo senso di tornare all’Eucarestia da celebrare bene, sicuramente
in sintonia con lo Spirito, ma anche da adorare perché è la viva presenza del Signore.
D.
– Che scaccia ogni forma di idolatria...
R. - Che scaccia ogni forma di idolatria
perché quando il nostro cuore non è preso da Dio, è preso da qualunque altra forma
di idolatria.
D. – Cosa significa “adorare”?
R. – Adorare è un atto
di amore. Quando nelle parrocchie andiamo a fare le Settimane eucaristiche chiediamo
ai bambini: “Cosa vuol dire adorare?” e loro dicono “amare!”- perché nella terminologia
corrente si usa in maniera un po’ equivoca: “Adoro questa cosa” - allora, spiego subito:
“Si adora solo il Signore”! Però è vero, è un atto di amore: un cuore che si sintonizza
con un altro cuore ed il nostro cuore è sintonizzato con il cuore di Dio.
D.
– Se non ci si educa a questa "scuola" del restare di fronte a Gesù, probabilmente
non lo si riesce neanche a “gustare” nel momento in cui si fa la Comunione...
R.
– La nostra mentalità “fast food” – mordi e fuggi – ci porta a tempi affrettati, a
tempi nei quali c’è poco silenzio ed invece è fondamentale questo stare nel silenzio.
“Rimanete con me” e “rimani con noi”, come disse Giovanni Paolo II. “Rimani con noi
o divino viandante, Mane nobiscum Domine - rimani con noi Signore perché si
fa sera”, sono le parole dei pellegrini di Emmaus - Luca capitolo XXIV - cioè, questo
stare con il Signore, perché noi senza di Lui non possiamo far nulla. Noi da questa
esperienza dell’Adorazione Perpetua abbiamo sviluppato un ministero di ascolto, di
confessione, di riconciliazione delle persone: vengono persone con le vite “frantumate”,
vengono persone con la crisi dei valori più assurda, vengono persone che sono in cerca
di un’identità e lì il Signore ci svela la nostra vera identità. Stando con il Signore
riscopriamo la nostra chiamata. Allora: misericordia nell’accogliere le miserie, le
povertà e quindi esperienza di una Chiesa Santa. Abbiamo purtroppo testimonianze della
nostra non-santità come sacerdoti, ma l’Eucarestia ci ridà la vera identità: il perché
io sono prete, perché io sono sposato, perché sono consacrato, o consacrata…