2013-06-02 18:50:52

Il mondo intero per un'ora unito a Papa Francesco per l'Adorazione eucaristica


Nella solennità del Corpus Domini, e nel contesto dell’Anno della Fede, Papa Francesco ha presieduto, dalle 17 alle 18, nella Basilica di San Pietro, una speciale Adorazione eucaristica in comunione con le cattedrali e le parrocchie di tutto il mondo, per un’ora unito in preghiera in adorazione del Santissimo Sacramento. Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Il Coro della Cappella Sistina ha accompagnato il cammino di Papa Francesco attraverso la navata centrale di San Pietro, fino all’altare, dove ha presieduto un’ora di Adorazione eucaristica, in comunione con i fedeli di tutto il mondo che nelle chiese e nelle cattedrali di ogni Paese, collegati con Roma, si sono uniti al Santo Padre. “Un solo Signore una sola fede”: il titolo scelto per questo evento unico, voluto da Benedetto XVI in occasione dell’Anno della Fede, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Si è pregato per il bene della Chiesa, perché “il Signore la renda sempre obbediente all’ascolto della sua Parola, per presentarsi dinanzi al mondo sempre più bella, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata” e poi si è pregato per "quanti nelle diverse parti del mondo vivono la sofferenza di nuove schiavitù e sono vittime delle guerre, della tratta delle persone, del narcotraffico e del lavoro schiavo; per i bambini e le donne che subiscono ogni forma di violenza; per tutti coloro che si trovano nella precarietà economica, soprattutto i disoccupati, gli anziani, gli immigrati, i senzatetto, i carcerati e quanti sperimentano l'emarginazione”. I canti e le invocazioni sono stati intervallati dalle letture, accompagnate dal suono di un’arpa, delle preghiere dei Papi predecessori: Pio XII, il Beato Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, il Beato Giovanni Paolo II, il Papa emerito Benedetto XVI. L’intenso sguardo di Papa Francesco non ha mai abbandonato l’ostensorio con il Corpo di Cristo, poggiato sull’altare. E con il suo, quello di tutti i fedeli raccolti in preghiera nella Basilica. Al termine dell’Adorazione eucaristica Papa Francesco ha preso tra le mani l’ostensorio e ha benedetto i presenti con il Santissimo Sacramento.

Tante le persone che hanno preso parte all'Adorazione eucaristica presieduta da Papa Francesco in San Pietro. Marina Tomarro ha raccolto alcune voci:RealAudioMP3

R. – Per me la festa del Corpus Domini è la festa di tutti noi cristiani perché è ciò che il Signore ci ha lasciato. Questa è la festa per dire: "Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Anche adesso il Papa ci ha dato l’opportunità di vivere insieme a lui questo momento bello, di vivere tutta quanta la Chiesa, con il Santo Padre, per dire: "Credo, Signore accresci la mia fede".

R. – Penso che questo momento che il Papa ha voluto di preghiera mondiale sia un grandissimo regalo che ci ha fatto perché ritrovarsi davanti al Signore con tutta la comunità di cristiani del mondo è un bel messaggio e ciascuno di noi deve farne tesoro nella vita di tutti i giorni, nell’ambiente di lavoro e nelle comunità in cui viviamo.

R. - Venire qui e fare l’Adorazione nel giorno del Corpus Domini, pensando che è in comunione con tutta la Chiesa, è bello ed emozionante.

D. – Cosa vuol dire per lei pregare davanti all’Eucaristia?

R. – Noi, puntualmente, ogni settimana, ci incontriamo con un gruppo di amici e preghiamo davanti all’Eucaristia. Credo che sia un po’ come la benzina per il motore di noi cristiani senza la quale non potremmo fare la carità, non potremmo amare il prossimo... Quindi, restare in adorazione davanti al Santissimo ci riempie per poi trasmetterlo agli altri.

R. – Si ha fede, si sta con Lui, si vive nella Sua grazia, per averlo sempre con noi...

R. – Condividere un tempo mio con il Signore che dà senso al mio tempo, alla mia vita… E’ una comunione intima di amore. Siamo nelle sue mani, con le nostre fatiche, debolezze, che ci portiamo nella vita.

D. – Il Papa ci invita anche a condividere il dono dell’Eucaristia con tutti gli altri. In che modo accogliere la sua esortazione?

R. - Chiedendo ma soprattutto ascoltanto per cercare di farsi capacità, come diceva Santa Caterina, perché il Signore possa farsi torrente.

R. – Con molta gioia ma anche con molta consapevolezza perché fare comunione non significa solo andare in Chiesa. Quando il sacerdote ci invita ad andare in pace, è proprio quell’annuncio, cioè dire: il Signore ha preso qualcosa di me e io te lo rioffro perché possa tu incontrarlo nell’Eucaristia.

R. – Come dice anche il Santo Padre, andando verso gli altri, andando verso i fratelli, nelle periferie. Io vengo da una diocesi nella periferia di Roma e quindi capisco bene cosa voglia dire andare nelle periferie delle periferie con i giovani, con i poveri.


Su questo straordinario evento, Antonella Palermo ha intervistato don Alberto Pacini, rettore della Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, dove da dodici anni si svolge l’adorazione perpetua:RealAudioMP3

R. - Questa iniziativa è una gioiosa occasione, ma non una sorpresa perché è perfettamente in linea di continuità con il Magistero di Giovanni Paolo II, il quale diceva: “Le nostre comunità cristiane devono diventare scuole di preghiera” e Benedetto XVI che scrive, nella Sacramentum Caritatis, “Peccheremmo se non adorassimo Colui che andiamo a ricevere”. Quindi, questo senso di tornare all’Eucarestia da celebrare bene, sicuramente in sintonia con lo Spirito, ma anche da adorare perché è la viva presenza del Signore.

D. – Che scaccia ogni forma di idolatria...

R. - Che scaccia ogni forma di idolatria perché quando il nostro cuore non è preso da Dio, è preso da qualunque altra forma di idolatria.

D. – Cosa significa “adorare”?

R. – Adorare è un atto di amore. Quando nelle parrocchie andiamo a fare le Settimane eucaristiche chiediamo ai bambini: “Cosa vuol dire adorare?” e loro dicono “amare!”- perché nella terminologia corrente si usa in maniera un po’ equivoca: “Adoro questa cosa” - allora, spiego subito: “Si adora solo il Signore”! Però è vero, è un atto di amore: un cuore che si sintonizza con un altro cuore ed il nostro cuore è sintonizzato con il cuore di Dio.

D. – Se non ci si educa a questa "scuola" del restare di fronte a Gesù, probabilmente non lo si riesce neanche a “gustare” nel momento in cui si fa la Comunione...

R. – La nostra mentalità “fast food” – mordi e fuggi – ci porta a tempi affrettati, a tempi nei quali c’è poco silenzio ed invece è fondamentale questo stare nel silenzio. “Rimanete con me” e “rimani con noi”, come disse Giovanni Paolo II. “Rimani con noi o divino viandante, Mane nobiscum Domine - rimani con noi Signore perché si fa sera”, sono le parole dei pellegrini di Emmaus - Luca capitolo XXIV - cioè, questo stare con il Signore, perché noi senza di Lui non possiamo far nulla. Noi da questa esperienza dell’Adorazione Perpetua abbiamo sviluppato un ministero di ascolto, di confessione, di riconciliazione delle persone: vengono persone con le vite “frantumate”, vengono persone con la crisi dei valori più assurda, vengono persone che sono in cerca di un’identità e lì il Signore ci svela la nostra vera identità. Stando con il Signore riscopriamo la nostra chiamata. Allora: misericordia nell’accogliere le miserie, le povertà e quindi esperienza di una Chiesa Santa. Abbiamo purtroppo testimonianze della nostra non-santità come sacerdoti, ma l’Eucarestia ci ridà la vera identità: il perché io sono prete, perché io sono sposato, perché sono consacrato, o consacrata…

Ultimo aggiornamento: 3 giugno







All the contents on this site are copyrighted ©.