E’ ancora ricoverato all’ospedale di Careggi a Firenze l’uomo di 45 anni che ha contratto
il Coronavirus, conosciuto anche come Nuova Sars: il paziente sta meglio ed è ormai
fuori pericolo. Si tratta del primo caso registrato in Italia e solo l’ultimo dei
50 casi confermati nel mondo di persone colpite da questa nuova epidemia che ha già
causato 30 morti, la maggior parte in Arabia Saudita ma qualcuno anche in Europa.
In Italia non c'è nessun allarme, ma solo attenta sorveglainza. Gea Finelli
ha intervistato sull’argomento Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie
infettive dell’Istituto Superiore di Sanità:
R. - Sì, questo
è il primo caso che si è verificato in una persona che è arrivata in Italia, perché
non si è - di fatto - verificato in Italia: si tratta di una persona che arriva, appunto,
da un Paese del Medio Oriente, precisamente dalla Giordania. Sappiamo che, ormai da
mesi, questo nuovo Coronavirus umano sta circolando soprattutto nei Paesi della Penisola
Arabica e quindi in Arabia Saudita, in Qatar, in Kuwait, negli Emirati Arabi, ma anche
in Giordania erano stati segnalati in precedenza un paio di casi. Quindi evidentemente
questa persona ha acquisito in Medio Oriente l’infezione ed è arrivato in Italia già
infetto.
D. - Quali sono le cause da cui origina la nuova Sars e soprattutto
cosa la differenzia dal primo virus della Sars?
R. - E’ un virus diverso da
quello della “Sars cinese”, anche se appartiene allo stesso gruppo di questa famiglia
dei Coronavirus. Quello della Sars originava, probabilmente, dal pipistrello che era
il serbatoio naturale e quindi si è umanizzato e ha cominciato a trasmettersi da persona
a persona. Non sappiamo se questo virus, anch’esso, ha origine dal pipistrello: sicuramente
ha un’origine animale. Sembra in grado di trasmettersi da persona a persona solo in
ambienti confinati, soprattutto nei nuclei familiari, in ambiente ospedaliero, laddove
è possibile un contatto molto stretto e per stretto intendo all’incirca all’interno
di un metro, un metro e mezzo, e molto prolungato.
D. - Quali sono i sintomi
con cui si presenta la nuova Sars?
R. - I sintomi sono probabilmente variabili,
anche se ancora non c’è una descrizione accurata dell’intera gamma dei sintomi che
può dare questo virus. Probabilmente possono andare da una sindrome simil-influenzale,
quindi con febbre e con sintomi respiratori banali, fino ai casi più gravi che sono
rappresentati da una polmonite, che può essere molto grave o addirittura letale, tanto
è vero che richiede - in alcuni casi - la rianimazione, richiede la Ecmo, la circolazione
extracorporea, proprio per supplire alla funzione dei polmoni.
D. - Quali
sono, invece, le possibili misure preventive da adottare per scongiurare l’insorgenza
della malattia?
R. - Diciamo che intanto in Italia, per fortuna, a parte questo
caso da importazione, non abbiamo la circolazione sostenuta del virus. Naturalmente
bisogna fare adesso una sorveglianza clinica stretta e accurata delle persone che
sono venute a stretto e prolungato contatto con questo malato per tutto il tempo possibile
di incubazione, però non abbiamo altri particolari timori. Naturalmente l’Organizzazione
Mondiale della Sanità - visto che fino ad ora sono stati segnalati solo casi sporadici,
anche in Medio Oriente - non ha ancora deciso di prendere particolari precauzioni,
di raccomandare per esempio restrizioni nei viaggi verso quei luoghi, e questo proprio
perché non c’è ancora una trasmissione sostenuta dell’infezione. E speriamo che ciò
non avvenga!
D. - Dunque quest’ultimo caso è un caso isolato o dobbiamo allarmarci?
R.
- Speriamo proprio che si tratti di un caso isolato. Non possiamo escludere l’evenienza
di alcuni casi secondari o familiari o ospedalieri… Sa quando questo virus è arrivato
in Francia, per esempio, si è ammalata una persona che era stata nella stessa camera
di ospedale della persona malata; in Inghilterra ci sono stati un paio di casi familiari.
Si è risolto tutto lì! Non credo proprio che ci sia, invece, motivo di ulteriore allarmante
per il resto della comunità.