Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, la liturgia ci presenta il
Vangelo in cui Gesù invita i discepoli a dar da mangiare alla folla che lo ha seguito
in una zona deserta. Ci sono solo cinque pani e due pesci: su di essi Gesù recita
la benedizione e poi li fa distribuire:
“Tutti mangiarono a sazietà e
furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste”.
Su questo brano
evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, Prefetto
agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
La solennità
del Corpo e Sangue di Cristo nasce dalla pietà popolare dei secoli XIII-XIV. La prima
celebrazione ebbe luogo a Liegi nel 1246 e la festa del “Corpus Domini” venne istituita
per tutta la Chiesa da Papa Urbano IV nel 1264. Al “Festum Eucharistiae”, come era
anche chiamata, venne unita poi una solenne processione. La Solennità, celebrata per
secoli il secondo giovedì dopo Pentecoste (ed ora di domenica), è sempre stata un
giorno di culto e di autentiche espressioni d’arte, di cui oggi, specie tra le giovani
generazioni, non rimane quasi memoria. La Chiesa, ”nata dall’Eucaristia”, con questa
festa ci porta a quell’ultima cena in cui Gesù istituisce il Sacrificio Eucaristico
del Suo Corpo e del Suo Sangue, a quel banchetto pasquale in cui Cristo viene mangiato,
noi veniamo saziati e ci viene dato un anticipo della vita celeste. Il Vangelo fa
presente la moltiplicazione dei pani e dei pesci, compiuta da Gesù, per sfamare i
5 mila uomini che lo stavano ascoltando. Ai discepoli, preoccupati per tutta quella
gente che rischia di restare abbandonata a se stessa, Gesù risponde: “Dategli voi
da mangiare” e, per evitare l’anonimato della folla, ordina di farli sedere per gruppi
di cinquanta. Poi prende i cinque pani e i due pesci e, con gesto e parola eucaristica,
alza gli occhi al cielo, recita su di essi la benedizione e li va dando ai suoi discepoli
perché li distribuiscano alla folla. Questo gesto e questa parola di benedizione costituiscono
il cuore di ogni Eucaristia: il Suo Corpo è offerto in sacrificio (spezzato), il Suo
Sangue versato, perché anche oggi possiamo mangiarne, esserne saziati e ne avanzi
per portare a tutti gli uomini della terra, Cristo, il pane che non perisce, ma sazia
la loro fame di felicità.