Impressionante escalation di violenza in Iraq: 600 morti nel mese di maggio
Nuova ondata di attentati nel Paese, l’ultimo ieri a Baghdad costato la vita a 50
persone. Maggio è dunque il mese più violento con 600 morti. Il servizio di Barbara
Schiavulli:
Sunniti contro
sciiti, e viceversa, un governo paralizzato, politici corrotti, è la ricetta irachena
per il disastro. Solo ieri 48 morti in sette esplosioni, 600 i caduti di maggio, dichiarato
il mese più sanguinoso dell’anno. Quattrocento in quello scorso. E mentre si discute
se questa si può chiamare guerra civile, gli iracheni continuano a morire. Attentati
ovunque: che sia una festa di matrimonio, un mercato, un convoglio che attraversa
la capitale, o un posto di blocco militare, come è accaduto nelle ultime 24 ore. Si
tenta di sopravvivere, di lottare per una vita normale, sotto l’eco delle bombe che
non hanno mai smesso di tuonare dal ritiro degli americani. Soli, abbandonati, gli
iracheni arrancano in un Paese che non dà tregua, dove si combatte una guerra sistematica
contro la gente e dove spesso ci si dimentica che ai grandi numeri dei bilanci di
morte, corrispondono nomi, famiglie e vite andate distrutte.