Egitto. Tawadros II: “Non mi è stato chiesto di intervenire per la diga etiopica”
Tawadros II, patriarca della Chiesa copta ortodossa egiziana, ha smentito che l’ufficio
del Presidente Mohammed Morsi gli abbia chiesto di esercitare pressioni sul governo
etiopico per bloccare la costruzione della diga “Grande Rinascita” sul Nilo Azzurro.
Tawadros ha dichiarato al quotidiano egiziano Al-Tahrir che se è vero che la chiesa
ortodossa etiopica ed egiziana hanno forti legami storici, questo non significa che
egli abbia l’autorità di interferire nelle decisioni del governo di Addis Abeba. La
precisazione del Patriarca ortodosso si spiega con le forti preoccupazioni da parte
egiziana per l’avvio della costruzione di quella che è considerata la più grande diga
d'Africa con una lunghezza di 1800m e un'altezza di 170m, che dovrà permettere la
produzione di energia elettrica per una potenza di 6000 megawatt. L’Etiopia ha assicurato
che il progetto non avrà impatti significativi sulla portata d’acqua del fiume, perché
il corso del Nilo Azzurro, uno dei due affluenti del fiume più lungo del mondo, sarà
ripristinata una volta che la diga verrà completata. Un rapporto pubblicato da un
comitato tripartito composto da esperti provenienti da Egitto, Sudan ed Etiopia afferma
invece che la diga priverà gli egiziani di 12 miliardi di metri cubi di acqua all'anno.
La stampa del Cairo riferisce che nei circoli politici e militari egiziani si levano
le voci di chi vuole fermare il progetto etiopico ad ogni costo, ricorrendo anche
all’opzione militare, con un bombardamento aereo dell’opera in costruzione. (R.P.)