Cina: sta bene neonato estratto vivo da un tubo. Rilevante l'interesse dei media cinesi
In Cina, la giovane madre del neonato, estratto vivo da un tubo di scarico di un bagno,
ha confessato di aver nascosto la gravidanza aggiungendo che non aveva i soldi per
l’aborto. La donna, indagata per tentato omicidio, ha anche riferito alla polizia
che il piccolo, le cui condizioni sono stabili, è scivolato accidentalmente nel water
al momento del parto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
(Vagiti)
I
vagiti di un neonato, incastrato per ore in un tubo di 10 centimetri di diametro,
hanno scritto il lieto fine di una vicenda drammatica. Il pianto del bambino ha richiamato
l’attenzione di alcuni vicini di casa che hanno subito richiesto l’intervento dei
vigili del fuoco. La squadra di soccorso, dopo diversi tentativi, è riuscita a tagliare,
con grande cautela, una sezione della tubatura. Il piccolo, quando è stato estratto
dalla condotta, aveva ancora la placenta attaccata al corpo. E’ stato subito trasferito
in ospedale, pesa 2,3 kg ed è stato chiamato “59”, il numero della sua incubatrice.
Sono già arrivate molte richieste di adozione. Su questa vicenda, di cui la Tv di
Stato cinese ha trasmesso le immagini del salvataggio, ascoltiamo il commento di Francesco
Sisci, editorialista del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente
a Pechino:
R. – È importante leggere la reazione dei media cinesi e, in qualche
modo, del governo cinese che ha lasciato i media cinesi coprire questa vicenda. Se
questa vicenda, è stata coperta in questo modo, cioè dando rilievo al fatto che bisognava
salvare il bambino e informandoci anche del fatto che la donna oggi è sotto inchiesta
per tentativo di infanticidio, questo è un segnale molto forte. Un segnale contro
la pratica dell’infanticidio, che purtroppo è stata molto adottata dall’inizio della
“politica del figlio unico” in poi, cioè dal 1980 in poi. Oggi, in questa storia di
cronaca sembra di vedere l’inizio di una svolta ed è anche un segnale forte perché
è un altro passo avanti verso la fine di questa “politica del figlio unico”. In realtà,
negli ultimi anni la “politica del figlio unico” si è man mano sempre più ammorbidita.
C’è stata poi una politica di adozioni prima degli stranieri – circa una decina di
anni fa – e oggi sempre più anche dei cinesi.
D. – Cosa prevede attualmente
la “politica del figlio unico”?
R. – In questo momento, la politica del figlio
unico è molto blanda. In realtà, si applica ai funzionari statali che possono avere
un figlio unico, altrimenti due figli sono di ostacolo alla carriera. Se non si è
funzionario pubblico e si hanno due figli non c’è nessuno ostacolo alla carriera tranne
una multa, una tassa da pagare. Quello che ormai però avviene – perché tirare su un
bambino costa, costa l’asilo, costano i dottori, costano gli ospedali – è che molte
famiglie urbanizzate vogliono un solo figlio, oppure non vogliono figli. Quello che
anche succede è che ormai, spesso e volentieri, i figli unici non vogliono figli,
oppure ne vogliono uno solo perché in qualche modo sta crescendo l’abitudine del mondo
occidentale, dei Paesi sviluppati, in cui c’è questo “egoismo familiare” per cui si
vogliono pochi figli. Quindi, c’è una combinazione di vari elementi: le famiglie più
disagiate cominciano ad avere più figli, perché i figli sono sempre – come nelle società
contadine – una risorsa e lo possono fare con maggiore discrezione del passato. Chi
invece potrebbe avere un figlio spesso però non lo ha e questo sta creando dei problemi,
perché la Cina si avvicina molto velocemente all’età di un invecchiamento sociale,
quasi da società moderna, pur non essendo una società completamente sviluppata. Per
questo motivo, molti pensano che entro un paio di anni la politica del figlio unico
sarà completamente abbandonata.
La vicenda del neonato, estratto vivo dalla
tubatura, risale a sabato scorso, ma la notizia è stata divulgata solo ieri. Le immagini
del recupero del neonato stanno facendo il giro della Rete.