Cile: denuncia di un gruppo di religiosi per violenze sui bambini Mapuche
Un gruppo di religiosi, religiose e sacerdoti impegnati nel lavoro di pastorale con
le comunità mapuche, composte dagli abitanti amerindi originari del Cile centrale
e meridionale e del Sud dell’Argentina, hanno denunciato gravi violenze da parte delle
forze pubbliche contro i bambini di questa etnia. In un comunicato diffuso dagli stessi
religiosi si legge di minori umiliati per terra, ammanettati, tirati giù dai rispettivi
letti, con le armi da fuoco puntate e interrogati. E ancora, genitori minacciati,
maltrattati in loro presenza, privati di beni di ogni genere come oggetti personali,
telefoni cellulari e computer. Questi piccoli sono terrorizzati, temono di essere
ancora violentati e abusati in qualsiasi momento in casa. I religiosi insistono sul
fatto che nonostante le denunce contro la polizia e le condanne dei tribunali di giustizia
i diritti fondamentali dei bambini continuino ad essere violati. Le comunità di Trapilwe
e Mawidache hanno recentemente subito irruzioni improvvise, i bambini sono stati abusati
nelle loro case da agenti completamente incappucciati nel momento in cui si alzavano
la mattina per andare a scuola. “Sollecitiamo il Servizio Nazionale dei Minori a pronunciarsi
su questi fatti, visto che la sua missione è quella di tutelare e restituire i diritti
ai minori e agli adolescenti violati”, dichiarano i religiosi che aggiungono che in
questo modo si sta alimentando un circolo vizioso di violenza invece di promuovere
la giustizia in queste comunità. “Ci sembra che stia diventando pericolosamente normale
questo modo di agire da parte delle istituzioni che invece dovrebbero essere le prime
a rispettare i diritti di bambini e anziani nelle comunità mapuche” concludono i religiosi.
(R.P.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no.
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