L’Unione Africana vara forza d’intervento rapido. Accuse di razzismo alla Corte penale
internazionale
In Etiopia, ad Addis Abeba, si è concluso il vertice dell’Unione africana. Varata
una forza d’intervento rapido per le crisi come quella in Mali. L’assise ha anche
accusato la Corte penale internazionale dell’Aia di razzismo e chiesto lo spostamento
in Kenya del procedimento contro il presidente Kenyatta e del suo vice. Immediata
la reazione della Corte, che respinge le accuse di razzismo. Il servizio è di Giulio
Albanese:
La premier
etiope, Hailemariam Desalegn, ha parlato apertamente di “caccia razziale”. Una dura
presa di posizione in riferimento al fatto che il 99 per cento dei casi perseguiti
dalla Corte penale internazionale dell’Aja sono africani. Basti pensare al caso del
neopresidente kenyano Kenyatta e del suo vice Ruto. Sta di fatto che, a parte le complicità
straniere, è auspicabile una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Unione
Africana: non fosse altro perché le valutazioni sui processi di crescita economica
dell’Africa continentale non possono prescindere dalla forte criticità della democrazia
e del pluralismo in alcuni Paesi.