Centrafrica: attacchi dei ribelli alle comunità cristiane
Nella Repubblica Centrafricana, cresce la sofferenza della minoranza cristiana. Molte
le comunità prese di mira dagli attacchi dei militanti islamici del gruppo ribelle
Seleka, che nel marzo scorso hanno acquisito il controllo del Paese. I miliziani derubano,
saccheggiano, depredano e danno vita a qualsiasi tipo di violenza. Già nei mesi scorsi,
alcuni cristiani sono stati uccisi o feriti. Oltre 200 mila gli sfollati in fuga,
oltre 49 mila i rifugiati nei Paesi confinanti. Una situazione sempre più grave, dunque,
della quale Giancarlo La Vella ha parlato con Luca Mainoldi, responsabile
per l’Africa dell’Agenzia Fides:
R. – I ribelli
hanno preso di mira le comunità cristiane e la Chiesa cattolica, in modo particolare.
Sono stati saccheggiate diverse missioni e anche i pochi beni della Chiesa. Per quanto
riguarda il termine “ribelli”, in realtà non si tratta di centroafricani ma sono soprattutto
persone reclutate in Ciad e in Sudan. Praticamente, sono mercenari che hanno la licenza
di depredare però, da quello che mi dicono, la popolazione e i commerci dei centroafricani
musulmani sono protetti, anche se poi chiaramente la popolazione musulmana locale
non è complice di questa situazione. C’è, come dire, una volontà politica da parte
della dirigenza di questa ribellione di comportarsi in questa maniera.
D.
– Tra l’altro, ci sono notizie che i ribelli stessi usufruirebbero, ad esempio, delle
strutture sanitarie messe in piedi proprio dai missionari: in questo modo si attaccano
strutture che poi possono essere utili a tutta la popolazione…
R. – Certo.
Forse, anche loro si rendono conto quanto siano importante per loro stessi. Tra l’altro,
in altre zone, invece, tutto è stato saccheggiato, anche il municipio: sono stati
distrutti sistematicamente i registri comunali e i registri delle parrocchie. E' come
se stessero cercando di cancellare proprio l’identità stessa del popolo.
D.
– Sullo sfondo, il dramma di tutto un Paese: quale sarà, secondo te, il futuro imminente
della Repubblica Centroafricana dopo l’avvento al potere del movimento Seleka?
R.
– Questo ora dipende da vari fattori, perché la Repubblica Centroafricana era stata
sempre sotto la tutela della Francia: questa volta la Francia, a quanto pare, sembra
disinteressarsene e, in qualche modo, ha delegato ai Paesi dell’area, della Comunità
dell’Africa Centrale di occuparsene. Adesso, ci sono diversi negoziati in corso per
cercare, in qualche modo, di risolvere la situazione. Dovrebbe essere prevista anche
l’invio di una forza di stabilizzazione per mettere in sicurezza almeno i centri urbani.