Al servizio dei poveri di Montevideo: la testimonianza di padre Gonzalo
Oltre 200 ragazzi e un centinaio di adulti: sono quanti frequentano il liceo Jubilar
Giovanni Paolo II, nell’estrema periferia di Montevideo, in Uruguay, dove l’indigenza
trascina i giovani verso cattive strade. Ma a donare nuove speranze è un progetto
dell’arcivescovo Nicolás Cotugno, che ha incaricato un giovane sacerdote, padre
Emilio Gonzalo, di sostenere quotidianamente il cammino dei più poveri di Montevideo.
Padre Emilio è il sacerdote che Papa Francesco ha presentato ai fedeli della parrocchia
di Sant’Anna in Vaticano, nella sua prima messa pubblica. Tiziana Campisi lo
ha intervistato:
R. - El liceo
Jubilar… Il liceo Jubilar è come un grande segno di speranza della Chiesa di Montevideo,
della Chiesa che si volge a Gesù vivo e che dice a questi ragazzi di strada
- poveri e che si trovano in una situazione di vulnerabilità sociale - "Dio tiene
a voi e crede in voi, la tua vita ha e merita nuove opportunità".
D. - Chi
sono i ragazzi che lei aiuta?
R. - Los chicos del liceo Jubilar Juan Pablo
II… I ragazzi del liceo Jubilar Giovanni Paolo II vivono nelle zone più povere
dell’Uruguay, dove predomina l’indice di indigenza, che vuol dire che le persone non
hanno il minimo necessario per andare avanti.
D. - In che modo ogni cristiano
può essere missionario?
R. - Creo que para ser misioneros los cristianos… Credo
che, per essere missionari, i cristiani debbano cambiare e plasmare lo sguardo, per
poter guardar la vita con gli occhi di Gesù. Guardare la vita con gli occhi di Gesù
significa imparare a guardare la vita di tutti i giorni non come perdenti, ma con
la spinta a mettere le mani nella sabbia, nel fango e cominciare a costruire; muovere
questa terra che è piena della buona novella che Dio ha seminato - attraverso la Risurrezione
e la Pentecoste - nella vita di ciascuno. Dunque, come possiamo essere piccoli missionari?
Anzitutto imparando a condannare meno e a tendere di più la nostra mano.
D.
- Qual è il senso della missione oggi?
R. - Creo que el sentido de la misión
hoy sea uno: la gratuidad… Credo che il senso della missione oggi sia uno: la gratuità.
Dire a Dio grazie, grazie per questa misericordia, per questo perdono, per questa
fiducia, per la mano che ha teso. Questo è il modo in cui io ho risposto a Dio per
tutto il bene che ho ricevuto. Una missione che non nasce da un grazie credo che non
possa crescere.