2013-05-26 14:41:06

Centinaia di cattolici cinesi in Piazza San Pietro salutati dal Papa all'Angelus


Erano circa 500 i cinesi salutati da Papa Francesco all'Angelus in Piazza San Pietro, provenienti da tutta Italia in occasione della Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, celebrata il 24 maggio. Questa domenica si sono conclusi i tre giorni che hanno scandito il loro pellegrinaggio nella capitale. Tra i momenti più significativi la processione con la Madonna di Sheshan per i vicoli del centro cittadino e la Messa nella parrocchia di Santa Maria ai Monti. “Un momento toccante”, spiega, al microfono di Paolo Ondarza, il parroco don Francesco Pesce, tra i fondatori di Therasia, una onlus a sostegno della carità in Cina:RealAudioMP3

R. – L’evento si inserisce nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, che ogni anno si celebra anche in Italia per volontà di Benedetto XVI, che l’ha istituita nel 2007, in occasione della Festa di Santa Maria Ausiliatrice. Quindi, quest’anno i cattolici cinesi italiani hanno deciso di fare tappa a Roma per “videre Petrum”. Abbiamo pensato, anche noi, come parrocchia di Santa Maria Monti, dove insiste la rettoria che fa capo ai cattolici cinesi, di organizzare una giornata di preghiera particolare: abbiamo pensato di celebrare il Rosario nella rettoria di San Bernardino e poi una processione, a seguire, con la statua della Madonna di Sheshan, che Therasia ha regalato l’anno scorso alla comunità cinese di Roma, e poi la Santa Messa in due lingue, italiano e cinese, animata con i canti dei cattolici cinesi. Pensiamo che sia anche un bel momento romano per valorizzare questa Giornata.

D. – Durante la processione che avete organizzato, viene portata in spalla la Madonna di Sheshan. Cosa rappresenta questa Vergine per il popolo cinese?

R. – La grande devozione mariana di tutto il popolo cinese e rappresenta anche la fedeltà alla Chiesa e al Successore di Pietro. Come lei sa, questa statua si trova sulla cupola del Santuario di Sheshan, sulle colline di Shangai, e rappresenta veramente un punto di riferimento per tutti i cattolici cinesi: un punto non solo di riferimento, ma di comunione. Lì, vorrei dire, è sigillata la storia della fedeltà di questo popolo.

D. – Secondo la sua esperienza, in che modo i cattolici cinesi presenti in Italia riescono a rimanere in comunione con i cattolici in Cina?

R. – Naturalmente, la prima comunione, direi invincibile, è quella della preghiera: c’è una preghiera costante anche per la Chiesa cattolica che si trova nella nazione cinese. L’unità è data dalla preghiera, ma è anche data dal costante aggiornamento della situazione che loro hanno anche tramite i parenti.

D. – Lei ha avuto modo di conoscere personalmente alcuni membri della comunità cattolica cinese in Italia: c’è qualcosa di particolare che l’ha colpita di queste persone?

R. – La profondità e la semplicità della loro fede. Portano sulle loro spalle una grande storia di fedeltà, a volte segnata anche da momenti non semplici. Però, questa fedeltà in qualche modo li ha purificati e sono veramente un esempio anche per la mia conversione personale. Devo dire che rimango sempre edificato quando sento le loro storie e quando vedo anche il loro modo di pregare. Un grande esempio, che poi riscontro anche quando vado in Cina ogni anno.

D. – Se sono un esempio per lei come sacerdote, lo possono essere anche per l’Occidente in generale?

R. – Mi colpisce questa domanda. Direi di sì. Hanno una liturgia molto curata, ma che non eccede in formalismi inutili. Hanno una Liturgia centrata sulla Parola di Dio e un grande amore per l’Eucaristia. Vivono l’essenzialità delle cose veramente importanti nella fede cattolica e sono in questo veramente un esempio, secondo me. Sono veramente un popolo, come il Concilio ha voluto sottolineare: sono veramente un popolo di Dio in preghiera insieme ai propri pastori. Questo sì, lo posso confermare.







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