Terra Santa. La riconciliazione attraverso le visite ai mosaici delle chiese cristiane
Stimolare la riconciliazione e il desiderio di conoscenza fra i popoli della Terra
Santa – cristiani, musulmani ed ebrei: è questo l’obiettivo di Khalid Hamdan, il giovane
musulmano che descrive agli studenti islamici i mosaici delle chiese cristiane di
Gerusalemme. All’agenzia AsiaNews, Khalid, giovane professore, ha parlato del suo
impegno per costruire un ponte tra le culture. Laureato in storia dell’arte, Khalid
Hamdan ha cominciato un’importante opera nei confronti degli studenti, per la maggior
parte musulmani, che spesso non sono mai entrati in una chiesa cristiana. Da anni,
questo docente lavora come volontario per l’associazione “Ats Pro Terra Sancta”, ong
della custodia della Terra Santa, che ha dato vita a un programma di restauro di mosaici.
Sono stati coinvolti anche sei giovani del “Mosaic “Center” di Gerico, per il recupero
della Basilica del Getsemani. Ed è proprio la funzione decorativa nella Basilica del
Getsemani che Khalid spiega ai piccoli studenti degli istituti di Gerusalemme Est.
“Nelle scuole gli studenti conoscono poco le tradizioni delle altre religioni presenti
nella Terra Santa", ha spiegato Khalid ad AsiaNews. "Alcuni – ha proseguito – pensano
che non possono entrare perché sono musulmani. Io rispondo che non è vero: le basiliche
sono un luogo pubblico, tutti possono entrare e ammirarle. Chiese e moschee vivono
insieme da secoli”. La divisione non è solo religiosa ma anche linguistica ed è in
base a questa appartenenza che sono spesso divise le scuole: ci sono bambini che parlano
arabo e altri che parlano ebraico. “Da adolescente lavoravo come cameriere in una
reception di un hotel di Gerusalemme – ha raccontato Khalid – e spesso venivano
a chiedermi informazioni clienti ebrei. I miei colleghi mi dicevano che questi non
erano mai gentili con noi. Io conoscevo un po' di ebraico e cercavo di comunicare
con loro nella loro lingua. Questa mia attenzione alla loro cultura, che è anche la
mia, li stupiva e iniziavano a guardarmi in un modo diverso”. La speranza del professore
musulmano è che il progetto di far conoscere ai ragazzi le loro origini possa riconciliare
i popoli della Terra Santa: "Noi viviamo l'uno a fianco all'altro e non possiamo ignorarci",
ha concluso. "Sono i governi che invece vogliono questo e puntano su questa divisione,
che è soprattutto ideologica”. (E.S.)
Bollettino del Radiogiornale della
Radio Vaticana Anno LVII no. 145