2013-05-25 14:44:27

Siria. Opposizione, sì a Ginevra se Assad lascia. Il card. Raï: appello al dialogo


Il governo di Damasco ha accettato “in via di principio” di partecipare alla conferenza di pace che Usa e Russia hanno deciso di convocare a Ginevra in giugno. L'opposizione, riunita a Istanbul per superare le spaccature, è orientata a sua volta a essere presente, ma a condizione che ci siano garanzie sul fatto che Assad accetti di fare un passo indietro. Intanto il capo dell'Hezbollah libanese, Hassan Nasrallah, ha difeso l'intervento delle sue milizie in Siria. ''Una guerra politica ed economica e' stata scatenata contro la Siria e migliaia di combattenti sono stati inviati (da Usa e Israele) senza che nessuno si lamentasse, mentre il nostro coinvolgimento è considerato un'interferenza'', ha detto, aggiungendo che è pronto ad ogni sacrificio per Assad. Sulle ripercussioni della crisi Siriana nel Paese dei Cedri ascoltiamo il commento del cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, intervisto da Olivier Tosseri:

R. – La population libanaise est…
La popolazione libanese è di 4 milioni; un milione di questi sono persone ferite, persone affamate, persone che non hanno niente, persone ferite nella dignità, nella loro vita. Se la situazione in Siria persiste, è un grande fardello per il Libano, non soltanto sul piano economico ma anche su quello demografico, politico, e della sicurezza. La situazione è molto critica perché tutto il Medio Oriente è fondato sulla demografia ma la particolarità del Libano è che questa uguaglianza tra musulmani e cristiani è basata sulla demografia. I siriani che vengono sono per la maggioranza sunniti e questo crea un problema politico: i sunniti del Libano, probabilmente, potrebbero dire: noi ci facciamo forti di questo gran numero di sunniti. Quando ci sono popoli feriti nella loro dignità e quando sono fatti oggetto di ingiustizia e non hanno il diritto di tornare a casa loro, si può andare incontro al terrorismo, a reazioni e movimenti fondamentalisti. E purtroppo ci sono Paesi - grandi Paesi! - che ne approfittano, che fomentano e favoriscono tutto ciò. Mi dispiace di dire che la coscienza internazionale è praticamente morta, non c’è più il valore della dignità umana.

D. – Lei ha lanciato diversi appelli in favore di una presa di coscienza della comunità internazionale, di una responsabilità della comunità internazionale per quello che concerne il conflitto siriano… Sappiamo che Hezbollah libanese si è schierata dalla parte del regime di Assad e che ci sono stati scontri e tensioni in alcune città di confine tra la Siria e il Libano. Lei teme un allargamento del conflitto e un’implicazione maggiore del Libano?

R. – Nous ne cessons jamais de…
Non smettiamo mai di fare appelli alla comunità internazionale per la pace, per una soluzione pacifica, per il dialogo tra i belligeranti, per le trattative da avviare … Non smettiamo mai di farli. Quanto alla partecipazione di Hezbollah, noi la condanniamo: è contro le direttive e la posizione del governo libanese. Siamo contro qualsiasi intervento, sia di Hezbollah sia dei gruppi fondamentalisti sunniti che pure, purtroppo, entrano in questa guerra con cui non hanno niente a che fare. Noi che abbiamo condannato sempre qualsiasi intervento ed ingerenza negli affari del Libano, condanniamo allo stesso modo ogni ingerenza nelle questioni siriane. Purtroppo tutta questa guerra in Siria è un’ingerenza esterna: sono Paesi arabi e Paesi occidentali che aiutano con soldi, armi e sostegno politico gli uni o gli altri belligeranti. Bisogna rispettare la sovranità dei Paesi, rispettare quello che la popolazione vorrebbe fare.

D. – Come fare per uscire dall’impasse del conflitto siriano senza alcun intervento dall’esterno?

R. – Il faut absolument que les Pays…
E’ assolutamente necessario che i Paesi che mandano soldi e armi all’una o l’altra delle parti smettano di farlo, ed è necessario che la comunità internazionale chiami seriamente al tavolo delle trattative, altrimenti la comunità internazionale e l’Onu perderanno la loro ragion d’essere.







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