Il Papa: chi si avvicina alla Chiesa trovi porte aperte e non controllori della fede
Quanti si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte e non dei controllori della
fede: è quanto ha affermato il Papa durante la Messa a Santa Marta. Ha concelebrato
il cardinale Agostino Cacciavillan, presidente emerito dell'Amministrazione del Patrimonio
della Sede Apostolica. Era presente un gruppo di sacerdoti. Il servizio di Sergio
Centofanti:
Il Vangelo del
giorno ci parla di Gesù che rimprovera i discepoli che vogliono allontanare i bambini
che la gente porta al Signore perché li benedica. “Gesù li abbraccia, li baciava,
li toccava, tutti. Ma si stancava tanto Gesù e i discepoli” volevano impedirlo. E
Gesù s’indigna: “Gesù si arrabbiava, alcune volte”. E dice: “Lasciate che vengano
a me, non glielo impedite. A chi è come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio”.
“La fede del Popolo di Dio – osserva il Papa - è una fede semplice, è una fede forse
senza tanta teologia, ma con una teologia dentro che non sbaglia, perché c’è lo Spirito
dietro”. Il Papa cita il Concilio Vaticano I e il Vaticano II, laddove si dice che
“il popolo santo di Dio … non può sbagliarsi nel credere” (Lumen Gentium). E per spiegare
questa formulazione teologica aggiunge: “Se tu vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo
e ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi sapere come si ama Maria vai dal Popolo
di Dio che lo insegnerà meglio”. Il popolo di Dio – prosegue il Papa – “sempre si
avvicina per chiedere qualcosa a Gesù: alcune volte è un po’ insistente in questo.
Ma è l’insistenza di chi che crede”:
“Ricordo una volta, uscendo nella
città di Salta, la Festa patronale, c’era una signora umile che chiedeva a un prete
la benedizione. Il sacerdote le diceva: ‘Bene, ma signora lei è stata alla Messa!’
e le ha spiegato tutta la teologia della benedizione nella Messa. Lo ha fatto bene
... ‘Ah, grazie padre; sì padre’, diceva la signora. Quando il prete se ne è andato,
la signora si rivolge ad un altro prete: ‘Mi dia la benedizione!’. E tutte queste
parole non sono entrate, perché lei aveva un’altra necessità: la necessità di essere
toccata dal Signore. Quella è la fede che troviamo sempre e questa fede la suscita
lo Spirito Santo. Noi dobbiamo facilitarla, farla crescere, aiutarla a crescere”.
Il Papa cita poi l’episodio del cieco di Gerico, rimproverato dai discepoli
perché gridava verso il Signore: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”:
“Il
Vangelo dice che volevano che non gridasse, volevano che non gridasse e lui gridava
di più, perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito Santo aveva messo la fede nel
suo cuore. E loro dicevano: ‘No, non si può! Al Signore non si grida. Il protocollo
non lo permette. E’ la seconda Persona della Trinità! Guarda cosa fai…’ come se dicessero
quello, no?”.
E pensa all’atteggiamento di tanti cristiani:
“Pensiamo
ai cristiani buoni, con buona volontà; pensiamo al segretario della parrocchia, una
segretaria della parrocchia… ‘Buonasera, buongiorno, noi due – fidanzato e fidanzata
– vogliamo sposarci’. E invece di dire: ‘Ma che bello!’. Dicono: ‘Ah, benissimo, accomodatevi.
Se voi volete la Messa, costa tanto…’. Questi, invece di ricevere una accoglienza
buona – ‘E’ cosa buona sposarsi!’ – ricevono questo: ‘Avete il certificato di Battesimo,
tutto a posto…’. E trovano una porta chiusa. Quando questo cristiano e questa cristiana
ha la possibilità di aprire una porta, ringraziando Dio per questo fatto di un nuovo
matrimonio… Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori
della fede della gente”.
E’ una tentazione che c’è da sempre – spiega
il Papa – che è quella “di impadronirci, di appropriarci un po’ del Signore”. E racconta
un altro episodio:
“Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia
e al segretario: ‘Voglio battezzare il bambino’. E poi questo cristiano, questa cristiana
le dice: ‘No, tu non puoi perché non sei sposata!’. Ma guardi, che questa ragazza
che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio
al mittente, cosa trova? Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo! Allontana dal
Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento,
noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito
sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento
della dogana pastorale!”.
“Gesù si indigna quando vede queste cose” – sottolinea
il Papa - perché chi soffre è “il suo popolo fedele, la gente che Lui ama tanto”:
“Pensiamo oggi a Gesù, che sempre vuole che tutti ci avviciniamo a Lui;
pensiamo al Santo Popolo di Dio, un popolo semplice, che vuole avvicinarsi a Gesù;
e pensiamo a tanti cristiani di buona volontà che sbagliano e che invece di aprire
una porta la chiudono … E chiediamo al Signore che tutti quelli che si avvicinano
alla Chiesa trovino le porte aperte, trovino le porte aperte, aperte per incontrare
questo amore di Gesù. Chiediamo questa grazia”.