2013-05-24 14:54:13

Sbloccato il negoziato per nuove relazioni economiche Ue-Usa


Via libera al negoziato Ue-Usa su commercio e investimenti. L'approvazione da parte del parlamento europeo della proposta di mandato negoziale alla Commissione ha sbloccato un processo pensato da tempo che ridisegnerà i rapporti economici. Si tratta di regolamentare attraverso un unico trattato, e non più affidandosi alle innumerevoli discipline multilaterali, le relazioni tra due sistemi economici che insieme rappresentano il 50% del Pil mondiale e il 30% degli scambi globali. Dei termini effettivi del negoziato, e delle potenzialità in termini di crescita, Fausta Speranza ha parlato con Paolo Guerrieri:RealAudioMP3

R. – Quello che c’è di nuovo è che è aumentata fortemente l’esigenza dell’economia, delle imprese, di un progetto e un accordo di questo genere. Noi dobbiamo ricordare che Stati Uniti e Europa, per quanto riguarda soprattutto commercio ma anche investimenti, sono l’area oggi ancora più ricca e più importante nel mondo. Ma in realtà, più che guardare al lato tradizionale degli scambi, cioè importazioni e esportazioni, le tariffe, i dazi come si faceva una volta, quello che interessa di più sono le cosiddette barriere non commerciali alla possibilità che le imprese investano e operino sia in Europa che negli Stati Uniti. L’accordo transatlantico è molto importante da questo punto di vista: potrebbe mirare a rendere sempre più omogenee, se non addirittura uniformare, queste regole, questi standard amministrativi, che per le imprese sono diventati importantissimi e che molte volte ostacolano gli investimenti.

D. – In qualche modo, andiamo verso una sorta di mercato unico, Unione Europea e Stati Uniti? Ma già l’Unione Europea sta ancora faticosamente costruendo il suo mercato unico interno…

R. – Credo che a medio e lungo termine l’obiettivo, la finalità, debbano essere così ambiziosi proprio da pensare a un mercato unico, interno, transatlantico. E’ vero che il mercato interno unico addirittura in Europa stenta a nascere. Per i prodotti industriali è un dato di fatto, come sappiamo, ma è sui servizi che il mercato interno europeo è in larga parte da costruire. Ma questo non vuol dire che non ci sia spazio oggi per un’iniziativa comune, Stati Uniti ed Europa, che miri proprio a questo: alla possibilità di creare uno spazio comune europeo e americano dove le imprese si possano muovere senza dover fare i conti con queste barriere, che sono amministrative, burocratiche, e nulla hanno a che vedere con l’economia. Teniamo conto che questo è un disegno molto importante per poter poi fronteggiare la famosa sfida asiatica.

D. – Ci sono potenzialità di crescita, sembra di capire…

R. – Quando si crea uno spazio comune di questo tipo, quando si abbattono le barriere, nascono molte potenzialità e quindi la crescita può venire fuori da questo: cioè, le imprese, per sfruttare queste potenzialità, investono perché si riorganizzano, perché invece di avere tante sedi per poter aggirare queste barriere, in realtà razionalizzano la loro organizzazione, e naturalmente quando si investe si crea domanda, si crea occupazione. Quindi, un’iniziativa di questo genere crea potenzialità e nel creare potenzialità spinge e incentiva le imprese a investire. Questo potrebbe essere l’effetto positivo e nulla toglie al fatto che poi siano necessarie politiche macroeconomiche e tutto quello che sappiamo. Ma certamente sarebbe una grande spinta alla possibilità per le imprese di una ristrutturazione e di investimenti per la crescita. E’ avvenuto in Europa esattamente a metà degli anni ’80, anticipando tra l’altro la creazione del mercato interno europeo, perché questa spinta avviene addirittura ancora prima che poi si vari ufficialmente un mercato di questo genere.







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