Festa della Madonna di Sheshan. Il Papa prega per i cattolici in Cina
Nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, Papa Francesco ha lanciato un tweet
sull’account @Pontifex in nove lingue: “Nella festa di Maria Ausiliatrice – si legge
– mi unisco ai cattolici in Cina che si affidano alla protezione di N.S. di Sheshan
e prego per loro”. Sulla situazione dei cattolici in Cina, Salvatore Sabatino ha
intervistato mons.Savio Hon Tai-Fai, segretario della Congregazione
per l'Evangelizzazione dei Popoli:
R. – Le varie
comunità hanno molte difficoltà a mantenere l’identità cattolica. Io parlo non solo
della Chiesa non ufficiale, ma anche di quella ufficiale. La seconda cosa è che la
difficoltà consiste nella libertà religiosa perché la maggioranza dei cattolici ha
grande voglia e anche devozione per il Santo Padre, desiderio di una comunione con
il Successore di San Pietro. Ma questa libertà di volere avere un collegamento visibile
anche col Santo Padre viene ristretta.
D. - Qual è l’importanza di questa giornata
?
R. – Sono due cose. La prima è la comunione della Chiesa, che non è ristretta
solo a un luogo; la comunione riguarda la Chiesa universale e in questo Papa Francesco
ha un ruolo specifico. La seconda cosa che ci dice questa giornata è l’importanza
della preghiera.
Sulla valenza di questa Giornata di preghiera per i cristiani
nel mondo e per i cattolici cinesi in questo momento, Salvatore Sabatino ha
intervistato padre Gianni Criveller, missionario del Pime in Cina e a Hong
Kong da 23 anni:
R. – Secondo
me, è un appuntamento molto importante, molto prezioso anche se nella Chiesa universale
non c’è ancora sufficiente coscienza e conoscenza della grave situazione della Chiesa
cattolica in Cina. Per i cattolici cinesi, invece, questa giornata è molto significativa,
da quando Benedetto XVI l’ha istituita nel 2007, centrata soprattutto attorno al Santuario
nazionale di Sheshan a Shangai.
D. – Questo Santuario è davvero un punto di
riferimento per i cattolici non solo di Shangai, ma di tutta la Cina …
R. –
Esattamente. E’ un santuario nazionale e ha un significato enorme per tutti i cattolici
della Cina e durante tutto il mese di maggio ci sono moltissimi fedeli che appartengono
sia alla comunità della Chiesa ufficiale, sia quelli che appartengono alle comunità
non registrate o a volte chiamate sotterranee, che si recano presso questo Santuario.
Sicuramente oggi tutti i cattolici di Cina sono a Shangai e a Sheshan con il loro
corpo o con la loro mente e il loro cuore.
D. – Durante l’udienza generale
di mercoledì scorso, Papa Francesco ha accennato a questa giornata di preghiera, puntando
su tre elementi: unità, comunione e missione …
R. – Sono tre elementi molto
importanti. L’unità, perché è un bene preziosissimo che ancora, purtroppo, non abbiamo
in Cina, all’interno della Chiesa. La missione, a cui ha accennato Papa Francesco,
è sicuramente importante perché la Chiesa di Cina ha bisogno di uno slancio missionario
che ancora deve amplificarsi soprattutto all’interno del popolo cinese: infatti, i
cattolici cinesi, rispetto alla grande popolazione della Cina, sono circa l’1 per
cento. Per quanto riguarda, invece, la comunione: è molto importante, per esempio,
che si rinsaldino i rapporti tra i preti che appartengono alle varie comunità, quelle
registrate o quelle riconosciute dal governo, tra i preti e i vescovi; ma poi, è importante
soprattutto che si dia spazio ai laici e alle religiose che sono la vera forza, in
sostanza, della Chiesa in Cina, affinché loro abbiano un maggiore ruolo di comunione,
di unità all’interno delle comunità cattoliche in Cina.
D. – Lei è un profondo
conoscitore della Cina. Come viene visto Papa Francesco in questo grande Paese?
R.
– I cattolici di Cina hanno sempre avuto un grande affetto nei riguardi della figura
del Papa. Sicuramente, Giovanni Paolo II è riuscito a farsi conoscere dai cattolici
di Cina; lo stesso Benedetto XVI, con la sua lettera del 2007, che è stata una svolta
molto importante della Storia recente della Chiesa cattolica in Cina. Papa Francesco
è amato dai cattolici cinesi per lo stesso motivo per cui è amato dai cattolici di
tutto il mondo, ovvero perché è il Papa – prima di tutto – e anche perché ha questa
caratteristica di portare un nome che indica un modo di essere Chiesa: umile e semplice
e povera. Una Chiesa che non punta sugli spetti istituzionali o sui mezzi umani, ma
si affida di più ai mezzi della grazia divina. Credo che questo sia molto importante,
soprattutto in Cina, oggi.