Delegazioni bulgara e macedone dal Papa per la festa dei Santi Cirillo e Metodio
Papa Francesco ha ricevuto due delegazioni giunte da Bulgaria e Macedonia, che ogni
anno arrivano in Vaticano in occasione della festa dei co-patroni d’Europa, i Santi
Cirillo e Metodio, che secondo il calendario giuliano riccorre il 24 maggio. Le due
delegazioni erano guidate rispettivamente dal presidente del Parlamento della Repubblica
di Macedonia, Trajko Valjanoski, e da Marin Raykov, premier e ministro degli Esteri
bulgaro. DimitarGantchev ha intervistato Marin Raykov, chiedendogli
quale sia il significato di questa ormai consueta visita in Vaticano:
R. –
Il motivo della mia visita a Roma e in Vaticano è di commemorare l’opera evangelizzatrice
dei Santi fratelli Cirillo e Metodio che lo Stato e la nazione bulgara hanno sviluppato
e continuano a sviluppare oggi. E’ il nostro contributo all’odierna identità europea.
La tradizionale udienza in Vaticano, in occasione di questa festa, ha una vasta eco
nella società bulgara perché è segno di riconoscimento del ruolo dei Santi fratelli
per lo sviluppo spirituale e culturale di tutto il continente europeo. E' una buona
occasione per esprimere il nostro sostegno alla missione spirituale della Santa Sede
in favore dei valori cristiani.
D. – E’ il suo primo incontro con Papa Francesco.
Quali impressioni ha del primo Papa latinoamericano?
R. – Senza dubbio, è un
rispettoso e stimatissimo leader ecclesiale. Soprattutto, è sorprendente l’inizio
del suo Pontificato e la voglia di cambiamento dimostrato nelle sue prime parole e
azioni. Ho una forte considerazione di lui e questo incontro mi ha offerto la possibilità
di salutarlo a nome del popolo bulgaro. Mi rallegro di cuore per l’atteggiamento positivo
di Papa Francesco verso la Chiesa ortodossa, visto che la maggioranza dei bulgari
sono ortodossi. Quello che ci unisce come cristiani è la volontà di pace e comprensione
nel mondo e noi apprezziamo molto la dedizione con la quale Papa Francesco lavora
dall’inizio del suo Pontificato per la tutela e l’affermazione dei valori cristiani
e umani. E, soprattutto, per l’avvicinamento tra diverse religioni e culture per un
mondo più pacifico, più giusto, solidale, civilizzato e umano.
D. – Qual è
lo stato attuale dei rapporti tra la Bulgaria e la Santa Sede? Lei vede prospettive
concrete per una più intensa collaborazione?
R. – La Bulgaria promuove, in
maniera attiva e coerente, una politica in favore dell’integrazione europea nella
regione dei Balcani. Per noi, è una questione d’importanza strategica e con l’adesione
della Bulgaria e la Romania all’Ue si è consolidata ancora di più la prospettiva europea
in tutta la regione. Il futuro dei Paesi balcanici è legato alla loro adesione all’Ue
come membri con pieni diritti. Questo rappresenta una garanzia unica per la pace e
la prosperità economica nella regione. La storia dei Balcani è abbastanza complicata
e drammatica, ma oggi i popoli balcanici hanno bisogno di sviluppo economico e di
collaborazione. In questa prospettiva il ruolo della Santa Sede e della Chiesa ortodossa
è molto importante per la pacificazione della regione. Senza dubbio, i valori spirituali
sono un ponte che avvicina, creando un clima di comprensione e tolleranza. Le relazioni
tra la Santa Sede e la Bulgaria possono avere un ruolo chiave e generare segnali positivi
sopratutto in una regione che ha sofferto molto nel passato. Credo che questo potrebbe
essere uno dei campi dove possiamo dare non soltanto messaggi positivi, ma anche azioni
concrete per dare un buon esempio e affermare la tolleranza, la democrazia e tutti
quei valori che sono alla base delle nostre relazioni e anche nel nostro futuro come
Paesi europei. Il nostro popolo ha una profonda stima della nobile missione della
Santa Sede nel tutelare e affermare ideali e valori universali legati alla pace e
la sicurezza. Su questa base, siamo pronti ad approfondire i nostri contatti per coordinare
le nostri posizioni non solo a livello globale ma anche regionale. A tale scopo, il
nostro governo è molto vicino ad una soluzione per avere un rappresentante diplomatico
presso la Santa Sede.