Nepal: cattolici, musulmani e indù ricordano l'attentato alla cattedrale di Kathmandu
Centinaia di persone si sono riunite nella chiesa dell'Assunzione di Kathmandu per
ricordare il terribile attentato avvenuto il 23 maggio 2009 e costato la vita a due
persone e causato 13 feriti. "Non abbiamo paura di continuare il nostro servizio nel
nome di Dio", ha affermato padre Robin Rai, parroco della cattedrale in una chiesa
gremita non solo di cattolici, ma anche di indù e musulmani. "Le minacce degli estremisti
- ha aggiunto - non ci spaventano, proseguiremo la nostra missione con ancora più
vigore". Il sacerdote ha sottolineato che i "i cattolici non sono per la vendetta,
ma da sempre lavorano per il bene della società e dell'uomo, in solidarietà con tutte
le altre fedi religiose". Alla cerimonia erano presenti anche le famiglie delle vittime
e i sopravvissuti all'attacco. Shyam Rai, rimasto gravemente ferito dall'esplosione
della bomba piazzata dagli estremisti indù, dichiara all'agenzia AsiaNews che questa
esperienza drammatica "ha aumentato la sua fede in Dio. Ora sono pronto ad affrontare
qualsiasi avversità nel Suo nome". La piccola comunità cattolica di Kathmandu ha condiviso
la preghiera insieme con i rappresentanti musulmani e indù, che in questi anni hanno
dimostrato in più di una occasione la loro solidarietà ai cristiani. Damodar Gautam,
leader indù e delegato del Consiglio per il dialogo interreligioso, spiega che "l'attacco
non ha nulla a che fare con la nostra religione. Nessun fedele ha il diritto di compiere
un tale gesto utilizzando il pretesto della fede". "Purtroppo - aggiunge - l'induismo
è da anni preda degli estremisti, che compiono violenze in nome della religione".
In questi anni, il Nepal ha registrato diversi omicidi e attacchi contro le minoranze
religiose, di solito per mano di estremisti indù. Il Nepal Defence Army (Nda), il
gruppo responsabile dell'attentato alla cattedrale dell'Assunzione di Kathmandu, è
responsabile anche dell'attacco alla moschea di Birantnagar nel 2010 e della morte
di padre John Prakash nel 2008. A tutt'oggi molti dei suoi leader sono in carcere.
Nonostante le minacce e gli attentanti, la comunità cattolica nepalese è cresciuta
in questi anni. Oggi conta oltre 7mila fedeli e costituisce circa 0,45% della popolazione.
Le sue opere, soprattutto quelle educative sono conosciute e stimate in tutto il Paese.
Nel 2011 il governo ha dichiarato il Natale festa nazionale, consentendo ai cristiani
processioni e manifestazioni a cui partecipano ogni anno centinaia di persone di altre
fedi. (R.P.)