Ad Amman riunione degli “Amici della Siria”. Un futuro senza Assad dopo il conflitto
In Siria non si fermano gli scontri. Gli oppositori avrebbero conquistato una caserma
nella provincia nord-occidentale di Idlib uccidendo 40 soldati. Sul fronte armi chimiche,
nuovo monito dell’Onu che chiede al regime di Assad di consentire l’accesso di esperti
per accertare il loro utilizzo. Intanto ad Amman si è chiuso l’incontro degli 11 Paesi
cosiddetti “amici della Siria”. Il servizio di Marina Calculli:
Riuniti nella
capitale giordana Amman gli "Amici della Siria" hanno ribadito ieri che non c’è futuro
possibile della Siria con “Assad, il suo regime e i suoi sodali”, si legge nel testo
diffuso dopo la riunione. E’ proprio su questo punto, d’altra parte, che le trattative
di pace sono arenate. Il gruppo ha inoltre annunciato di voler intensificare gli aiuti
verso i ribelli. John Kerry, dal suo canto, ammette che le truppe lealiste stanno
guadagnando terreno, anche grazie ai rinforzi di Hezbollah. Questo però – secondo
il segretario di stato – non può prevedere una vittoria militare. Secondo Kerry, tuttavia,
sono necessarie trattative politiche. Israele intanto si dice pronta ad attaccare
la Siria subito dopo l’eventuale caduta di Bashar per impedire che le armi finiscano
nelle mani di Hezbollah o degli estremisti jihadisti. All’ONU intanto crescono i timori
di fronte ad un aumento dell’uso di armi chimiche nel Paese. La commissione incaricata
di indagare ha rinnovato l’appello a Damasco perché consenta agli esperti di entrare
in Siria.