2013-05-22 13:49:11

Udienza generale. Il Papa: lo Spirito dà il coraggio di annunciare il Vangelo "a voce alta"


La Chiesa esiste per evangelizzare, dallo Spirito Santo arriva il coraggio per annunciare il Vangelo dovunque e “a voce alta”. Lo ha riaffermato ieri mattina Papa Francesco all’udienza generale, celebrata in Piazza San Pietro davanti a 80 mila persone. Al termine, il Papa ha pregato ancora una volta per le vittime del tornado a Oklahoma City. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

Rintanati tra quattro mura e pieni di paura per essere stati compagni di Gesù e poi capaci di annunciarlo in pubblico con “coraggio”, con “franchezza”. La trasformazione dei discepoli in Apostoli, avvenuta nel Cenacolo a Pentecoste, è quella che Papa Francesco auspica per la Chiesa del 21.mo secolo. Evangelizzare, ha affermato il Papa, “è la missione della Chiesa”, il motivo per cui essa esiste. Ma il “motore dell’evangelizzazione” è lo Spirito Santo ed è da qui che tutto comincia e discende:

“Per evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all’orizzonte dello Spirito di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi. Affidiamoci a Lui! Lui ci renderà capaci di vivere e testimoniare la nostra fede, e illuminerà il cuore di chi incontri”.

Papa Francesco individua “tre effetti” dovuti all’azione dello Spirito. Il primo è la “comunione”. Se Babele, constata, è il monumento alla superbia che provocherà divisione e chiusura tra gli uomini, la Pentecoste, osserva, è il suo opposto. “La lingua del Vangelo – afferma il Papa – è la lingua della comunione”:

“A volte sembra che si ripeta oggi quello che è accaduto a Babele: divisioni, incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo. Io cosa faccio con la mia vita? Faccio unità attorno a me o divido, divido, divido con le chiacchiere, le critiche, le invidie? Cosa faccio? Pensiamo a questo! Portare il Vangelo è annunciare e vivere noi per primi la riconciliazione, il perdono, la pace, l’unità, l’amore che lo Spirito Santo ci dona”.

Secondo effetto, per l’appunto, il “coraggio”. L’esempio che Papa Francesco porta è quello di Pietro, che dopo i giorni della paura si alza in piedi la mattina di Pentecoste e parla pubblicamente di Cristo “a voce alta”. Quel coraggio viene dallo Spirito Santo, dal quale – ribadisce il Pontefice – “si sprigionano nuove energie di missione”:

“Non chiudiamoci mai a questa azione! Viviamo con umiltà e coraggio il Vangelo! Testimoniamo la novità, la speranza, la gioia che il Signore porta nella vita. Sentiamo in noi ‘la dolce e confortante gioia di evangelizzare’. Perché evangelizzare, annunziare Gesù ci dà gioia! Invece l’egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù! Evangelizzare ci porta su!”.

Il terzo effetto, prosegue Papa Francesco, è direttamente connesso alla nuova evangelizzazione ed è chiaro: non c’è “fuoco” dello Spirito se non è invocato nella preghiera. La Chiesa deve chiederlo come gli Apostoli lo invocarono nel Cenacolo:

“Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima e non è animato dallo Spirito (...) Lasciamoci guidare da Lui, siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nel nostro mondo strumenti dell’unità e della comunione con Dio”.

Al momento dei saluti nelle altre lingue, Papa Francesco ha nuovamente levato una preghiera di vicinanza spirituale per le vittime del tornado che due giorni fa ha devastato la città statunitense di Oklahoma City:

“Vi invito tutti a pregare con me per le vittime, specialmente i bambini, del disastro in Oklahoma. Il Signore consoli tutti, in particolare i genitori che hanno perso così tragicamente un loro figlio”.
Ad ascoltare Papa Francesco in Piazza S. Pietro vi erano anche le delegazioni di Lazio e Roma, le squadre di calcio della capitale. Il Pontefice le ha salutate, ricevendo da entrambe una maglia celebrativa con su scritto il suo nome. A rappresentare la Roma vi erano il presidente, James Pallotta, l'amministratore delegato, Italo Zanzi, l'allenatore Aurelio Andreazzoli e il capitano, Francesco Totti. Per la Lazio hanno stretto la mano al Pontefice il presidente, Claudio Lotito, e l'attaccante di nazionalità francese, Louis Saha.

Ultimo aggiornamento: 23 maggio







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