2013-05-22 13:03:50

Tanzania. Un vescovo: la Chiesa oggetto di persecuzione ma il governo non interviene


Il recente attentato all’inaugurazione della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore ad Arusha è solo l’ultimo di una serie di atti persecutori contro i cristiani in Tanzania. Lo ha denunciato mons. Tarcisius Ngalalekumwta, vescovo di Iringa e presidente della Conferenza episcopale della Tanzania, nell’omelia ai funerali delle tre vittime dell’attentato. Nel suo discorso, il cui testo solo ora è giunto all’attenzione dell’agenzia Fides, si ricorda che “diversi segnali precursori avevano annunciato questi atti inumani, selvaggi, vergognosi e indegni per il nostro Paese. In aggiunta, vi sono state intimidazione contro la Chiesa e i suoi leader attraverso pubblicazioni, opuscoli, riviste, Dvd, Cd, radio. Minacce cui sono seguiti l'incendio di chiese, attacchi e omicidi di leader della Chiesa”. Ricordiamo che a febbraio è stato ucciso a Zanzibar padre Evarist Mushi, mentre a Natale era stato gravemente ferito in un agguato un altro sacerdote cattolico, Ambrose Mkenda. Inoltre alcune chiese cristiane erano state saccheggiate. Mons. Ngalalekumwta denuncia in particolare la propaganda violenta da parte di alcuni leader estremisti musulmani nei confronti della Chiesa, ricordando ad esempio l’incontro tenutosi il 15 gennaio 2011 da parte di un gruppo di credenti nell'Islam presso il Diamond Jubilee Hall di Dar es Salaam, nel corso del quale si è affermato che la Tanzania è “governata in maniera cristiana”. Questo gruppo ha anche chiesto la chiusura della locale Nunziatura. “Il loro obiettivo, secondo le loro dichiarazioni e le loro pubblicazioni, è quello di sradicare il cristianesimo” afferma mons. Ngalalekumwta. “Quello che è veramente triste per noi, è che il nostro governo non ha mai condannato le rivendicazioni e le accuse di queste persone, né le ha arrestate” sottolinea il presidente della Conferenza episcopale. Mons. Ngalalekumwta dopo aver rammentato che gli estremisti non rappresentano la maggioranza dei musulmani tanzaniani, conclude sottolineando che il processo di costruzione della nazione è fondato sui sentimenti “di pace, di amore, di unità e di solidarietà che abbiamo ereditato dai padri fondatori della nazione”. (R.P.)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 142







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