Si è spento fra Alberto Andreani, per 73 anni in missione in
Turchia
Il 14 maggio scorso si è spento all’ospedale S. Maria Maggiore di Reggio Emilia il
97.enne fra Alberto Andreani, cappuccino. Potrebbe sembrare una notizia “ordinaria”,
soprattutto tenendo conto dell’età del religioso; si tratta, invece, di una notizia
importante, perché fra Alberto ha lavorato in Turchia per 73 anni, passati tutti a
Yeşilköy (Villaggio verde), il convento dei missionari cappuccini italiani vicino
all’aeroporto di Istanbul. Originario delle Cinque Terre, fu inviato “provvisoriamente”
in Turchia al tempo in cui mons. Angelo Roncalli era delegato apostolico e frequentava
il convento. Ne divenne, così, un caro amico e, più tardi, quando il delegato fu eletto
Papa e, soprattutto, quando fu aperto il processo per la sua Beatificazione, un testimone
conteso dai media. Aiutato da un’eccezionale memoria che gli consentiva di ricordare
nomi e particolari preziosi per la storia, parlava volentieri delle visite di Roncalli,
mettendone in rilievo la semplicità, l’adattabilità e l’arguzia con cui intratteneva
i suoi interlocutori, compresi i Religiosi con cui spesso condivideva la mensa. L’occupazione
principale di fra Alberto è stata l’accoglienza, innanzitutto dei cristiani del luogo
(a Yeşilköy c’era un tempo un bel numero di cattolici), dei musulmani, che lo amavano
come un fratello, e dei turisti, specialmente dopo che l’agenzia di viaggi Eteria
iniziò ad accompagnare in Turchia quanti volevano ripercorrere il “cammino di Paolo”.
Nessuno sa dire quante migliaia ne abbia accolti, gentilissimo con tutti, grazie alla
rara capacità che aveva di instaurare subito un piacevole rapporto umano con chiunque.
Un suo confratello ha scritto che apriva le braccia agli ospiti “con un sorriso che
metteva subito a proprio agio e con la limpida consapevolezza di collaborare all’attività
dei suoi confratelli sacerdoti” (compresi quelli passati), continuando una tradizione
propria dei Fratelli cappuccini, che dell’accoglienza hanno fatto una virtù che ha
contribuito a farne i famosi “frati del popolo”. (A cura di padre Egidio Picucci)