Nell'enciclica del patriarca Bartolomeo I l'appello per i vescovi siriani rapiti
Un appello accorato per i due vescovi di Aleppo della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia
Boulos al-Yazij e della Chiesa siro-ortodossa Youhanna Ibrahim rapiti il 22 aprile
scorso e di cui non si hanno più notizie. È contenuto nella enciclica patriarcale
e sinodale diffusa dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I in occasione del 17°
centenario della promulgazione dell’Editto di Milano. Un tema ed una commemorazione
che sono stati in questi giorni al centro delle attività del patriarca Bartolomeo
prima con un viaggio a Milano e subito dopo con un seminario di studio promosso in
collaborazione con il Consiglio delle Conferenze episcopali europee. Ora il patriarcato
- riporta l'agenzia Sir - presenta un’enciclica dedicata all’Editto di Milano in cui
di nuovo esprime la sua profonda preoccupazione e angoscia per “le persecuzioni ancora
dilaganti nella terra e in particolare di recente contro le popolazioni cristiane
del Medio Oriente”. “Omicidi, rapimenti, minacce e azioni legali” contro i cristiani:
“Condividiamo - si legge nell'enciclica del patriarca Bartolomeo - il dolore, l’afflizione
e le difficoltà che affrontano i cristiani in Medio Oriente e in Egitto, in particolare
l’antico e venerabile patriarcato di Antiochia. Senza prendere alcuna posizione politica,
condanniamo senza esitazione e ancora una volta ogni forma di violenza contro i cristiani,
facendo appello ai potenti della terra perché facciano rispettare i diritti fondamentali
dell’uomo, il diritto alla vita, la dignità e il diritto di avere un futuro, sapendo
e lodando il loro comportamento pacifico e silenzioso, e il loro costante sforzo a
stare lontano da ogni violenza e conflitto”. Da parte sua, “il patriarcato ecumenico
non cesserà mai di sostenere con tutti i messi spirituali a sua disposizione, gli
sforzi di dialogo pacifico tra le diverse religioni per una soluzione pacifica dei
conflitti e la creazione di un clima di tolleranza, di riconciliazione e cooperazione
tra le persone di ogni religione e di ogni origine etnica”. (R.P.)