2013-05-21 16:22:56

"Migrazioni forzate", la Chiesa denuncia le lacune delle politiche internazionali.
Preoccupazione del Papa per i rifugiati siriani


Card. Antonio Maria Vegliò, presidente Pontificio Consiglio pastorale migranti e itineranti
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L’attuale quadro della mobilità forzata ha dimensioni e toni drammatici che non possono lasciare indifferenti. Per questo è importante anzitutto conoscere il fenomeno. Poi, bisogna denunciare le lacune e le ambivalenze degli strumenti che la comunità internazionale e gli Stati nazionali hanno elaborato e posto in atto per prevenire e contrastare l’emigrazione forzata e per proteggere le sue vittime. In questo momento, suscita particolare apprensione quanto sta avvenendo in Siria. Me ne ha parlato il Santo Padre, Francesco, esprimendomi la sua grande preoccupazione. Ogni giorno migliaia e migliaia di persone fuggono dal Paese. Attualmente, più di un milione e quattrocentomila rifugiati sono riparati nelle nazioni circostanti, soprattutto Libano e Giordania, mentre programmi di sostegno sono solo in parte finanziati dalla comunità internazionale. La sofferenza è enorme
Dal 22 al 24 maggio si svolge in Vaticano, a Palazzo San Calisto, la 20.ma Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dedicata al tema “La sollecitudine pastorale della Chiesa nel contesto delle migrazioni forzate”. Scopo della riflessione è analizzare e promuovere la cura pastorale del fenomeno dei rifugiati e delle persone che si trovano nella mobilità forzata e i cui diritti umani sono violati in tutto il mondo, invitando la comunità internazionale a non sottovalutarlo. Situazioni drammatiche nelle quali, come ha ricordato Papa Francesco, la chiesa deve far sentire la sua presenza di tenerezza. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)











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