Guatemala: annullata la storica condanna per genocidio per Rios Montt
“Accogliendo un ricorso della difesa, si annulla la sentenza e il processo è retrodatato
al 19 aprile”: così il segretario della Corte Costituzionale, Martín Guzmán, ha annunciato
nelle ultime ore in una conferenza stampa l’annullamento della storica condanna a
80 anni di carcere per genocidio e crimini contro l’umanità inflitta il 10 maggio
all’ex dittatore José Efraín Ríos Montt (1982-1983). Viene allo stesso tempo cancellata
l’assoluzione per il co-imputato, l’ex capo dell’intelligence militare José Mauricio
Rodríguez Sánchez. La decisione è stata presa con i voti a favore del presidente dell’alto
tribunale, Héctor Pérez Aguilera, e dei magistrati Alejandro Maldonado e Roberto Molina;
si sono opposti solo Mauro Rodriguez Chacón e Gloria Porras. È basata su uno dei ricorsi
presentati dalla difesa del generale a riposo, mentre restano pendenti due richieste
di destituire il ‘Tribunal Primero A de Mayor Riesgo’, presso il quale si tiene il
processo. La risoluzione, si legge sulla stampa del Guatemala, mantiene come presidente
della corte la giudice Yazmín Barrios, retrodatando il dibattimento sull’eccidio di
1771 indigeni Ixiles perpetrato dall’esercito nel dipartimento nord-occidentale del
Quiché durante la guerra civile (1960-1996) al 19 aprile, un mese dopo l’inizio: in
quella data, un giudice d’appello aveva deciso la sospensione temporanea del processo,
poi ripreso nonostante rimanesse da stabilire l’esito di un ricorso avanzato dal legale
di Ríos Montt Francisco García Gudiel, espulso dall’aula il 19 marzo dopo aver tentato
ripetutamente di impedire l’avvio del dibattimento. Ríos Montt, 86 anni, è ricoverato
da una settimana nell’ospedale militare di Città del Guatemala dopo aver sofferto
una crisi ipertensiva. Il suo regime, durato poco più di un anno, fu fra i più sanguinosi
della guerra: secondo una Commissione della Verità sostenuta dalle Nazioni Unite,
furono commessi in media 800 omicidi al giorno. Su Ríos Montt pesa un’altra causa,
quella per la strage di Dos Erres, perpetrata il 7 dicembre 1982, quando le forze
speciali antiguerriglia Kaibiles assassinarono 201 persone, per la maggior parte donne
e bambini. Finora, cinque dei militari che parteciparono al massacro sono stati condannati
a 6060 anni di prigione ciascuno, una pena simbolica per ciascuna delle vittime che
nella prassi si traduce a 50 anni di detenzione. (R.P.)