20.mo del Catechismo: la morte di Cristo, sacrificio per amore
La morte di Gesù non è frutto del caso, ma sacrificio per amore. E’ quanto sottolinea
il Catechismo della Chiesa Cattolica. Proprio sul Mistero della morte di Gesù si concentra
la 27.ma puntata del ciclo di riflessioni del gesuita, padre Dariusz Kowalczyk,
ideato a 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo:
Ci siamo, purtroppo,
abituati alle parole del Credo: “Gesù Cristo patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso,
morì e fu sepolto”. Intanto questa affermazione è uno scandalo. Perché Dio entra nella
storia in quel modo? Come mai un Dio onnipotente ci si rivela nel Crocifisso?
Il
Catechismo afferma: “La morte violenta di Gesù non è stata frutto del caso in un concorso
sfavorevole delle circostanze. Essa appartiene al mistero del disegno di Dio” (n.
599). Questo significa che i protagonisti delle vicende evangeliche non sono stati
solo degli esecutori passivi di un canovaccio divino. Dio prevede, ma non cancella
la libertà dell’uomo.
Dio previde che il suo amore incarnato sarebbe stato
respinto con violenza. Egli non si ritirò dalla storia umana però, ma, nella Croce
di Gesù ci rivelò la sua solidarietà con l’uomo peccatore. Dio ci ama quindi, anche
se noi ci comportiamo come suoi nemici. Il Catechismo riporta le parole di San Paolo:
“Dio dimostra il suo amore verso di noi, perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo
è morto per noi” (Rm 5,8). Gesù non scende dalla Croce per castigare i cattivi, ma
prega: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Questo è
proprio l’amore “sino alla fine” (Gv 13,1). Nel Crocifisso vediamo l’onnipotenza di
Dio, ma è l’onnipotenza dell’amore e della misericordia.
La morte di Cristo
– come ci ricorda il Catechismo – è il sacrificio che fa ritornare l’uomo alla comunione
con Dio (cfr. n. 613). Non dobbiamo però pensare che il Figlio si sacrificò per placare
l’ira del Padre. Fu il sacrificio per amore. Dio è santo e come tale non accetta il
peccato. Per salvare il peccatore annienta in se stesso i suoi peccati. E compiendo
quell’atto offre all’uomo il perdono, la riconciliazione e la risurrezione per la
vita eterna.