Aumento Iva al 22%. Belletti: penalizzate le famiglie e i consumi
A marzo il fatturato dell'industria italiana è sceso ancora cedendo lo 0,9% su febbraio
e il 7,6% su base annua. Lo rileva l'Istat. A pesare è soprattutto il mercato interno.
A gravare sui consumi da luglio ci sarà anche l’aumento dell’aliquota Iva al 22%.
E’ quanto denuncia Confcommercio secondo cui tale provvedimento comporterà il rischio
chiusura per 26 mila negozi ed un incremento di spesa per famiglia pari a 135 euro
annui. Critiche dal Forum delle Famiglie. Il presidente Francesco Belletti
denuncia inoltre l’assenza nella squadra di governo di un titolare della delega alla
famiglia. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. - La situazione
è grave e alcune di queste decisioni sono eccessive. Ad esempio, gli aumenti dell’Iva
ci hanno sempre visto contrari, perché sono aumenti che penalizzano il crescere dei
consumi, andando a penalizzare le famiglie numerose che sono costrette a spendere
di più perché devono dare da mangiare a più bocche, devono comprare più vestiti. Non
parliamo di consumi di lusso, ma di beni necessari. Quindi ogni intervento di alleggerimento
fiscale è necessario e positivo: bene l’eliminazione – speriamo – dell’Imu dalla
prima casa, e male queste prospettive sull’Iva.
D. - E mentre il governo è
a lavoro sul decreto relativo al welfare per rivedere la cosiddetta riforma Fornero,
non ha ancora affrontato la questione importante della delega alla famiglia…
R.
- Pochi giorni fa, ci siamo trovati a chiedere nuovamente con forza l’esplicitazione
di una delega che deve essere prioritaria per la presidenza del Consiglio, perché
non vorremmo che l’attenzione alle famiglie fosse un’attenzione residuale legata alle
criticità e alle emergenze. L’attenzione alle famiglie deve essere una sfida di sistema.
Questo Paese si salva se rilanciamo la qualità di vita e la speranza delle famiglie.
Per esempio, nella riforma Fornero, ma anche nei provvedimenti di questi giorni, vediamo
pochissima attenzione alla conciliazione tra famiglia e lavoro. Il lavoro delle donne
si protegge se si rende più semplice la conciliazione tra famiglia e lavoro. Poi c’è
il tema dei giovani che invece, ci sembra che almeno a parole, nelle ultime ore, sia
finalmente arrivato all’attenzione del governo. Questo tema non può che essere custodito
da qualcuno nel governo che lo abbia in mente con chiarezza come suo mandato. Per
questo chiediamo una delega, non per avere un sottosegretariato in più, ma perché
la questione famiglia non venga dimenticata.
D. - Cioè, secondo lei, riformare
il welfare senza dare la dovuta attenzione alla famiglia, che come in molti dicono
è ammortizzatore sociale per eccellenza, è una strategia miope …
R. - Sì. Ma
tra l’altro non fa riferimento al modo in cui si può uscire dalla crisi. Nessuno salverà
da solo questo Paese! Non lo salveranno le famiglie ma neanche le azioni del governo!
È nell’alleanza tra i soggetti! Questo tema della “famiglia ammortizzatore sociale”
è un errore gravissimo! La famiglia è il luogo di sviluppo del Paese. Se si trova
a fare da ammortizzatore sociale, è perché la società non è capace di farlo, e questo
richiede un cambio di prospettiva, altrimenti le famiglie saranno schiacciate da cariche
assistenziali sempre più forti. Come di fronte alla crisi economica finanziaria molti
oggi dicono che bisogna cambiare logica, così anche nello sguardo alle famiglie bisogna
cambiare paradigmi.