A Roma mostra su mons. Carroll-Abbing, fondatore della Città dei Ragazzi
Una mostra fotografica, aperta fino al 22 maggio, ricorda mons. Carroll-Abbing, fondatore
della Comunità Città dei Ragazzi di Roma. Dare speranza a migliaia di adolescenti
a rischio devianza: questa l’opera del monsignore, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine
al Merito della Repubblica Italiana, cittadino onorario di Roma, dottore in Sacra
Teologia, Diritto Canonico e Diritto Civile. Ma soprattutto un uomo rimasto nel cuore
di tanti giovani da lui assistiti a partire dal primo dopoguerra. Il servizio di Elisa
Sartarelli:
Mons. John Patrick
Carroll-Abbing, religioso di origine irlandese e fondatore della Città dei Ragazzi
di Roma, viene ricordato attraverso la mostra fotografica “La mia città – Una palestra
di responsabilizzazione”, al Centro Culturale Elsa Morante della Capitale. Si ripercorrono,
attraverso l’esposizione fotografica, convegni, proiezioni di audiovisivi e laboratori,
i 60 anni della Città dei Ragazzi, che ogni anno assiste centinaia di giovani in difficoltà.
Ma questa mostra è soprattutto un omaggio al suo fondatore. Lo ricorda con affetto
l’ideatore di questa iniziativa Roberto Fiacchini Anselmi, che è stato uno
dei ragazzi di mons. Carroll-Abbing:
“Lui è stato un po’ il mio padre spirituale,
un uomo che si è occupato di me visto che non ho mai conosciuto mio padre. È sempre
stato disponibile e presente nonostante i numerosi impegni italiani ed esteri. Non
era mai chiuso in un ufficio a lavorare e noi da una parte. Spesso la sera giocavamo
insieme a scala 40. Eravamo autorizzati ad andare a letto un’ora dopo”.
Il
numero 53 era quello assegnato a Roberto Fiacchini Anselmi quando è entrato nella
Città dei Ragazzi, ispirando il nome dell’Associazione “R53”, da lui creata in occasione
della mostra che lo riporta a un periodo della sua vita che gli ha insegnato molto.
E questa città ha ancora molto da dare. Come diceva Mons. Carroll-Abbing: “Finché
nel mondo vi saranno bimbi affamati e infelici non si ha il diritto di fermarsi; le
loro necessità e la carità degli uomini debbono ancora fondersi per compiere un altro
miracolo d’amore”.