2013-05-20 12:35:46

A Roma mostra su mons. Carroll-Abbing, fondatore della Città dei Ragazzi


Una mostra fotografica, aperta fino al 22 maggio, ricorda mons. Carroll-Abbing, fondatore della Comunità Città dei Ragazzi di Roma. Dare speranza a migliaia di adolescenti a rischio devianza: questa l’opera del monsignore, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, cittadino onorario di Roma, dottore in Sacra Teologia, Diritto Canonico e Diritto Civile. Ma soprattutto un uomo rimasto nel cuore di tanti giovani da lui assistiti a partire dal primo dopoguerra. Il servizio di Elisa Sartarelli:RealAudioMP3

Mons. John Patrick Carroll-Abbing, religioso di origine irlandese e fondatore della Città dei Ragazzi di Roma, viene ricordato attraverso la mostra fotografica “La mia città – Una palestra di responsabilizzazione”, al Centro Culturale Elsa Morante della Capitale. Si ripercorrono, attraverso l’esposizione fotografica, convegni, proiezioni di audiovisivi e laboratori, i 60 anni della Città dei Ragazzi, che ogni anno assiste centinaia di giovani in difficoltà. Ma questa mostra è soprattutto un omaggio al suo fondatore. Lo ricorda con affetto l’ideatore di questa iniziativa Roberto Fiacchini Anselmi, che è stato uno dei ragazzi di mons. Carroll-Abbing:

“Lui è stato un po’ il mio padre spirituale, un uomo che si è occupato di me visto che non ho mai conosciuto mio padre. È sempre stato disponibile e presente nonostante i numerosi impegni italiani ed esteri. Non era mai chiuso in un ufficio a lavorare e noi da una parte. Spesso la sera giocavamo insieme a scala 40. Eravamo autorizzati ad andare a letto un’ora dopo”.

Il numero 53 era quello assegnato a Roberto Fiacchini Anselmi quando è entrato nella Città dei Ragazzi, ispirando il nome dell’Associazione “R53”, da lui creata in occasione della mostra che lo riporta a un periodo della sua vita che gli ha insegnato molto. E questa città ha ancora molto da dare. Come diceva Mons. Carroll-Abbing: “Finché nel mondo vi saranno bimbi affamati e infelici non si ha il diritto di fermarsi; le loro necessità e la carità degli uomini debbono ancora fondersi per compiere un altro miracolo d’amore”.







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