In due volumi per bambini, la testimonianza di don Puglisi presto Beato
Talvolta occorre parlare il linguaggio dei bambini per comunicare in maniera diretta
e far arrivare messaggi di fede e di speranza ai cuori degli uomini. E’ così che nasce
l’idea di due autori siciliani di ripercorrere la vita, la testimonianza, la missione
di don Pino Puglisi, parroco palermitano ucciso dalla mafia nel 1993, attraverso due
volumi dedicati ai più piccoli. I testi, editi dalla casa editrice “Pozzo di Giacobbe
- Di Girolamo Editore”, sono stati presentati nei giorni scorsi in vista della beatificazione,
il 25 maggio a Palermo, di don Puglisi, martire della mafia. Gea Finelli ha
intervistato Lilli Genco, coautrice insieme ad Augusto Cavadi dei due volumi:
R. - Don Pino
Puglisi ha dedicato tutta la sua vita ai giovani, ai ragazzi, ai bambini, che ha cercato
di educare alla fraternità e alla legalità per esempio creando per loro a Brancaccio
il centro “Padre nostro”. Ha lavorato nel Centro diocesano vocazioni e come educatore
nel seminario vescovile. Ha aiutato centinaia di giovani a dare un senso alla propria
vita, a riscoprirsi figli di Dio, a trovare il proprio posto nel mondo e nella Chiesa.
Quindi non si poteva non dedicare proprio ai giovani, ai ragazzi, ai bambini, pubblicazioni
che raccontassero la vita, la testimonianza, l’eredità di don Pino Puglisi.
D.
- Puglisi, attraverso la sua attività pastorale, mirava a restituire ai bambini l’infanzia
talvolta perduta ed in generale alla gente la dignità e la speranza…
R. – Sì,
è proprio questo il messaggio dirompente della santità di don Pino Puglisi. Don Pino
Puglisi in fondo è un prete, non è certamente soltanto un operatore sociale o un’icona
dell’antimafia. E’ un prete che ha riacceso questa scintilla dell’amore di Dio nei
giovani soprattutto nei poveri, in chi era sfiduciato, in chi pensava che non ci fosse
un futuro.
D. - Padre Puglisi è stato brutalmente ucciso dalla mafia con due
colpi di pistola alla nuca ma lascia a tutti noi la certezza che chi ama è strumento
efficace dell’amore di Dio e della sua capacità di salvezza. Cosa ne è oggi di questo
progetto?
R. – Don Pino Puglisi aveva scritto sul ricordo che aveva lasciato
ai suoi famigliari e ai suoi amici, il giorno della sua ordinazione: “Signore fa che
io sia uno strumento valido nelle tue mani per la salvezza del mondo”. In fondo don
Pino ci lascia questo. Ma la sua fama è cresciuta soprattutto dopo la sua morte, con
il suo martirio, che ha lasciato un segno incancellabile non solo nella Chiesa ma
in tutta la società siciliana.
D. – Molti mafiosi nel corso delle loro vite
hanno mostrato, indossato, simboli di fede cristiana. Il martirio di don Puglisi ha
il merito anche di mettere fine all’ipocrisia del comportamento e a mostrare tutta
l’inconciliabilità tra la vita cristiana e la mentalità mafiosa?
R. – Il fatto
che la Chiesa ha riconosciuto il martirio di don Puglisi, e in odium fidei,
in qualche maniera segna sì uno spartiacque. La mafia è incompatibile con il Vangelo,
ce lo avevano detto i documenti, ma adesso è il sangue di don Pino Puglisi che ce
lo grida. Nessun mafioso potrà mai più usare Bibbie sul comodino, santini, per dirsi
cristiano ma nemmeno nessun cattolico potrà più far finta di niente o essere connivente
con la mafia. Nessun prete potrà più accettare soldi, regalie e denaro di mafiosi
anche se servissero per le attività pastorali. In questo senso davvero è lo spartiacque.
D. - Voi come autori in questi testi avete spiegato efficacemente a bambini
dai 5 agli 8 anni cosa è la mafia. Un compito davvero difficile…
R. - Speriamo
di esserci riusciti perché non è semplice spiegare cosa è la mafia. Spesso si fanno
tanti incontri sulla legalità nelle scuole, ma a volte non sono efficaci. In questo
caso bisogna parlare un linguaggio che parte dalla vita e noi abbiamo cercato di spiegarla
partendo anche dai piccoli atteggiamenti, dai piccoli gesti. Abbiamo spiegato la mafia
come un’organizzazione criminale di persone prepotenti, cattive, che cercano di dominare
le persone anche a costo di ucciderle. Il contrario della mafia è proprio la libertà,
la legalità intesa come libertà: la libertà dei figli di Dio, quella che insegnava
don Pino Puglisi.