Nigeria: decine di morti nell’offensiva contro i fondamentalisti di Boko Haram
È di almeno 60 morti il bilancio dell’offensiva militare scattata da oltre 48 ore
nel nord della Nigeria contro la setta fondamentalista islamica Boko Haram, protagonista,
da oltre un decennio, di sanguinosi attentati e stragi di civili. Forte preoccupazione
è stata espressa dagli Stati Uniti che chiedono il rispetto dei diritti umani. Sentiamo
Marco Guerra:00:01:04:25
Caccia ed elicotteri da combattimento
hanno martellato le postazioni di Boko Haram negli Stati di Yobe, Borno e Adamawa,
dove il presidente Goodluck Jonathan ha proclamato lo stato di emergenza. Fonti non
confermate parlano di almeno 40 morti a cui vanno aggiunti i 21 miliziani uccisi nei
combattimenti scoppiati nella riserva di Sambisa. Le autorità non hanno dato altri
dettagli ma hanno confermato che non lasceranno la foresta finché non sarà finita
l’operazione. Per favorire la campagna militare, le reti telefoniche mobili sono stati
oscurate in gran parte del nordest e stato imposto il coprifuoco dal tramonto all'alba.
Nel frattempo non si è fatta attendere una risposta dei miliziani che hanno preso
di mira la città di Daura, dove hanno assaltato banche, commissariati e prigioni.
Negli scontri, molto violenti, sono stati uccisi cinque militari e tre guerriglieri.
L’episodio conferma tutte le difficoltà che incontrerebbe un eventuale offensiva di
terra, con combattimenti casa per casa, in un territorio dove Boko Haram gode anche
dell’appoggio di parte della popolazione. Grande preoccupazione viene infatti espressa
dal segretario di Stato Usa Kerry, il quale condanna sia le violenze dei terroristi
sia le violazioni delle forze di sicurezza nigeriane.
Massimiliano Menichetti
ha raggiunto telefonicamente in Nigeria una suora missionaria alla quale per
ragioni di sicurezza garantiamo l’anonimato:
R. – C’è crisi
dappertutto. Mischiano politica e religione; hanno ucciso cento poliziotti a Nasarawa,
però non si trovano i corpi; lo stesso in tanti altri posti ci sono queste uccisioni
e i corpi spariscono. "Boko Haram" ha adottato un’altra strategia, cioè quella di
uccidere in questa maniera.
D. – Nel senso che "Boko Haram" ha cambiato: adesso
non mette più le bombe, ma uccide le persone e poi le fa sparire?
R. – E’ così.
È terribile.
D. – Voi come comunità cristiana che cosa fate in questa situazione?
Per la popolazione cosa fate?
R. – La popolazione grida, protesta e noi cerchiamo
di incoraggiarla a non avere paura perché è questo che vogliono quelli di "Boko Haram".
D.
– Il governo centrale comunque cerca di tenere sotto controllo la situazione …
R.
– Il presidente ha detto che tutte le forze devono mettercela tutta, che bisogna stare
all’erta e che questa situazione deve finire. Comunque, si parla, si parla… e poi,
per esempio, un governatore è scappato da Abuja quando ha visto che ammazzavano ...
D.
– Il presidente Jonathan ha intensificato le misure di sicurezza...
R. – Ci
sono tanti posti di blocco: ogni cento metri, posti di blocco, controlli e controlli.
Non serve a niente, perché alcune nostre suore tornavano dalle vacanze e le hanno
fermate proprio al posto di blocco ma quelli non erano poliziotti veri: erano banditi
travestiti, perché poliziotti veri non c’erano proprio, quel giorno. Hanno rubato,
hanno tolto loro tutto e sono rimaste sulla strada; per fortuna non le hanno toccate,
hanno solamente preso tutto ciò che avevano.
D. – Ora è stato rafforzato anche
l’esercito…
R. – I soldati sono dappertutto, tutta la Nigeria è piena; l’allarme
è per tutta la Nigeria!
D. – Però, non c’è sicurezza…
R. – Non c’è sicurezza,
certo, non c’è sicurezza; e non possono fare niente. Solo Dio può mettere fine a tutto
questo e far migliorare la situazione. Stiamo pregando lo Spirito Santo, ora, con
la Pentecoste – stiamo già alla vigilia – che illumini le menti perché inizi un’era
nuova.