La diplomazia accelera i tempi per una soluzione della crisi siriana
Una soluzione politica per la Siria. E’ soprattutto la Russia che sta lavorando in
questa direzione con una serie di incontri diplomatici: l’ultimo ieri a Sochi tra
il presidente russo Putin ed il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Incontro
in vista della Conferenza Internazionale sulla Siria in programma a giugno a Ginevra
sotto l’egida delle Nazioni Unite. Ma intanto non si placano le polemiche, soprattutto
da parte americana, per le armi che Mosca starebbe fornendo a Damasco. da Mosca, Giuseppe
D’Amato:
“Siamo profondamente
preoccupati per la violenza in corso”, questo il punto di vista di Ban Ki-Moon, che
si augura che non venga perso altro tempo per organizzare la Conferenza di pace. Le
perdite di vite umane, ha ricordato il segretario dell’Onu, sono elevate. Il ministro
degli Esteri Lavrov ha parlato del problema della composizione della delegazione siriana.
I russi sono dell’opinione che tutti i vicini di Damasco, compresi Iran e Arabia Saudita,
vengano invitati alla Conferenza. La soluzione deve essere “politica” e trovata sulla
base del “diritto internazionale”, ha sintetizzato il portavoce del Cremlino dopo
il successivo incontro tra il presidente Putin e Ban Ki-moon. Nelle stesse ore fonti
americane hanno dato notizia della consegna di altre armi russe ai siriani. Il ministro
Lavrov ha confermato la fornitura, affermando “non lo nascondiamo. Non vengono violati
accordi internazionali”. Pronte le critiche israeliane.
E proprio in Siria,
missili e armamenti russi sono stati schierati in alcuni punti strategici del Paese
mentre le forze di Assad hanno preso d’assalto due cittadine vicino Homs. Il servizio
di Marina Calculli:
La Coalizione
Nazionale Siriana, il principale gruppo politico anti-regime, lancia un allarme: le
forze di Asad stanno assediando le città di Halfaya e Aqrab, vicino ad Hama. Un black
out totale inoltre isola la popolazione civile. I ribelli si appellano alla comunità
internazionale perché si mettano in salvo donne e bambini. Sembra che molti abitanti
stiano cercando di fuggire con barche da pesca sul fiume Oronte. Mentre la diplomazia
internazionale è in moto, inoltre la Russia la mandato a Damasco un carico di missili
Yakhont. Si tratta di potentissimi missili supersonici. Almeno una decina di navi
da guerra russe sono inoltre giunte nelle acque siriane a pattugliare il porto di
Tartous, strategico per Mosca e di fatto unico suo accesso al Mediterraneo. Secondo
alcuni esperti, la mossa del Cremlino sarebbe volta anche a dissuadere la comunità
internazionale e in particolare Israele da una possibile invasione della Siria. Le
provocazioni israeliane d’altra parte continuano: ieri un commando della difesa di
Tel Aviv ha sconfinato in un villaggio del Golan.