2013-05-18 12:58:36

I carismi di movimenti e associazioni ecclesiali al servizio dell'unità: la testimonianza di Giulia Folonari


Sono passati 15 anni dal primo grande incontro di Giovanni Paolo II con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e aggregazioni laicali. In quell’occasione, era il 30 maggio 1998, il Papa indicava il loro posto nella Chiesa e concludeva: “Oggi la Chiesa si aspetta da voi frutti "maturi" di comunione e di impegno.” Frutti che non sono mancati con la promozione di centinaia di altri incontri comuni, come le giornate “Insieme per l'Europa” e nella collaborazione su obiettivi comuni come la pace, la vita, l'abolizione della pena di morte. Benedetto XVI rinnovò l’appuntamento la vigilia di Pentecoste del 2006 e in una successiva occasione disse: “I movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II”. Ma che cosa rappresentò quel primo incontro del '98 in Piazza San Pietro? Adriana Masotti lo ha chiesto a Giulia Folonari, del Movimento dei Focolari, tra le più strette collaboratrici di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento:RealAudioMP3

R. - Io direi che rappresentò l’aspetto carismatico della Chiesa. Ricordo che allora c’erano membri di vari movimenti e nuove comunità con i loro fondatori: don Giussani di Comunione e Liberazione; Kiko Arguello per i neocatecumenali; Jean Vanier per l’Arche; ed anche Chiara Lubich del Movimento dei Focolari. Per nominare solo quelli che hanno parlato. In Piazza San Pietro, però, c’erano più di 100 mila persone, mi pare. In quell’occasione, Giovanni Paolo II ha parlato dell’aspetto istituzionale della Chiesa e dell’aspetto carismatico come coessenziale ad esso. E Chiara Lubich, nel suo intervento finale, ha proprio promesso al Papa, in pubblico, di mantenere questa comunione fra i Movimenti, fra i carismi che Dio manda per il mondo di oggi. E’ stato proprio questo che l’ha spinta poi a mantenere e proseguire i contatti.

D. – E da allora si è intrapreso un cammino di comunione. Quali sono state le tappe principali o le occasioni di collaborazione, che sono nate in questi anni?

R. – Ancora – direi - il Santo Padre Paolo VI aveva fatto nascere il Pontificio Consiglio per i Laici. Lui aveva compreso come Dio ora si serve di laici per dare loro i suoi carismi per il mondo di oggi. E Chiara Lubich avendo il carisma dell’unità ha continuato a promuovere questi incontri tra i movimenti e le nuove comunità. In cambio, la collaborazione, il vivere il Vangelo, indicano sempre nuove vie da proporre all’insieme dei fedeli nella Chiesa. Anche oltre la Chiesa cattolica, movimenti evangelici, evangelico-luterani, ortodossi, anglicani, riformati desideravano portare Cristo, il Vangelo, all’Europa di oggi. E così sono continuati gli incontri comuni: Stoccarda 2004; Stoccarda 2007; e a Bruxelles, nel maggio 2012, i movimenti e le nuove comunità hanno preso l’impegno di promuovere in 152 città il bene di ciascuna società locale, in modo da costituire l’insieme dei movimenti sul posto.

D. – L’incontro di Pentecoste di quest’anno ha sullo sfondo la chiamata ad una nuova evangelizzazione ed è promosso nell’ambito dell’Anno della Fede. E’ questo l’obiettivo, la nuova evangelizzazione, che può vedere sempre più protagonisti i movimenti e le nuove associazioni laicali?

R. – Io direi di sì, perché quest’anno l’incontro appunto della vigilia di Pentecoste è legato alla nuova evangelizzazione, ma i movimenti e le nuove comunità hanno proprio preso aspetti, passi diversi del Vangelo da mettere in atto. Quindi ognuno è Parola di Cristo, Verbo di Dio, quindi anche particolare, che però contiene tutto il Vangelo. Tutti, quindi, contribuiscono in qualche modo, di fatto, alla nuova evangelizzazione del mondo.







All the contents on this site are copyrighted ©.