Usa: no dei vescovi ad ogni forma di clonazione umana dopo l’esperimento dell’Oregon
“Una notizia molto inquietante da diversi punti di vista”. Questo il giudizio dei
vescovi americani sull’esperimento con cui un gruppo di scienziati dell’Università
dell’Oregon è riuscito a clonare cellule embrionali umane, partendo da cellule della
pelle. “Un progresso tecnico nella clonazione di esseri umani non è un progresso
per l’umanità, ma il suo esatto contrario", afferma in una nota il card. Sean O’Malley,
Presidente della Commissione per le attività pro-vita della Conferenza episcopale
degli Stati Uniti. Secondo i vescovi, a dispetto del grande interesse con cui è stata
accolta la notizia, la sperimentazione pubblicata su 'Cell' presenta diverse zone
d’ombra sul piano etico. Per la realizzazione dell’esperimento sono stati infatti
creati e distrutti più di 120 embrioni umani, sottoponendo diverse donne a pesanti
trattamenti che hanno messo a repentaglio la loro fertilità. “Creare nuove vite umane
in laboratorio al solo scopo di distruggerle – rileva la nota del card. O’Malley -
è un abuso denunciato anche da chi non condivide le convinzioni della Chiesa sulla
vita umana”. Inoltre questa tecnica apre la strada anche a chi vuole clonare bambini.
“Indipendentemente dallo scopo perseguito – ribadisce quindi in conclusione la nota
– la clonazione tratta l’essere umano come un prodotto di consumo di massa al servizio
della volontà di altre persone e questo è in contrasto con il dovere morale di trattare
ogni membro della famiglia umana come un dono unico dI Dio e come una persona con
una sua intrinseca dignità”. (A cura di Lisa Zengarini)