Papa Francesco alle Pom: non siate evangelizzatori tristi ma impazienti di portare
la gioia di Cristo
“Mi siete particolarmente cari” perché mi aiutate a tenere vivo l’impegno dell’evangelizzazione
nel mondo. È l’apprezzamento che Papa Francesco ha rivolto alle Pontificie Opere Missionarie,
i cui responsabili – presenti a Roma per l’annuale Assemblea generale – sono stati
ricevuti in udienza in Vaticano. Per la Chiesa, ha detto il Papa, portare Cristo ovunque
“non è una missione facoltativa ma essenziale”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Annunciare il
Vangelo è un “onore”, una “responsabilità” e un “dovere”. Tra i confini di queste
tre parole Paolo VI tracciò circa 50 anni fa il campo d’azione delle Pontificie opere
Missionarie (Pom). Papa Francesco, ricordando questa convinzione di Papa Montini,
ribadisce di tenere in particolare considerazione il lavoro apostolico svolto dalle
Pom a tutte le latitudini. “Mi siete particolarmente cari – spiega – perché mi aiutate
a tenere sempre viva l’attività di evangelizzazione, paradigma di ogni opera della
Chiesa”:
“La missionarietà è paradigma di ogni opera della Chiesa; è un
atteggiamento paradigmatico. In effetti, il Vescovo di Roma è chiamato ad essere Pastore
non solo della sua Chiesa particolare, ma anche di tutte le Chiese, affinché il Vangelo
sia annunciato sino agli estremi confini della terra. E in questo compito, le Pontificie
Opere Missionarie sono uno strumento privilegiato nelle mani del Papa, il quale è
principio e segno dell’unità e dell’universalità della Chiesa”.
L’imperativo
di annunciare Cristo a chi non lo conosce resta tale in ogni epoca della Chiesa. Missione
“entusiasmante” e anche “difficile”, riconosce Papa Francesco, ma il “coraggio” di
portarla avanti “viene da Dio”, perché non va mai dimenticato che la forza dell’evangelizzazione
“appartiene a Lui”:
“Noi siamo chiamati ad aprirci sempre di più all’azione
dello Spirito Santo, ad offrire tutta la nostra disponibilità per essere strumenti
della misericordia di Dio, della sua tenerezza, del suo amore per ogni uomo e per
ogni donna, soprattutto per i poveri, gli esclusi, i lontani. E questa per ogni cristiano,
per tutta la Chiesa, non è una missione facoltativa, non è una missione facoltativa,
ma essenziale”.
Ai responsabili sacerdoti, religiosi, suore e laici delle
Pontificie Opere Missionarie Papa Francesco rinnova l’invito a tenere vivo il fuoco
delle origini, “educare ogni cristiano, fin dall’infanzia, ad uno spirito veramente
universale e missionario” e insieme “animare e formare le Chiese aprendole ad una
dimensione ampia della missione evangelizzatrice”:
“Di fronte alla tentazione
delle comunità di chiudersi in se stesse - è una tentazione più frequente, più frequente
chiudersi in se stesse -, preoccupate dei propri problemi, il vostro compito è di
richiamare la ‘missio ad gentes’, di testimoniare profeticamente
che la vita della Chiesa e delle Chiese è missione, ed è missione universale”.
E
insistendo sulla necessità per le comunità cristiane di avere ciascuna il cuore aperto
sulle altre, Papa Francesco soggiunge:
“In questo contesto, vi invito ad
avere un’attenzione particolare per le giovani Chiese, che non di rado operano in
un clima di difficoltà, di discriminazione e di persecuzione, perché siano sostenute
ed aiutate nel testimoniare con la parola e con le opere il Vangelo”.
Vibrante
di cordialità e di simpatia il saluto dedicato inizialmente da Papa Francesco al cardinale
Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che
gli aveva presentato le Pom:
“Il cardinale Filoni ha un lavoro in più in
questo tempo: lui è professore. Viene da me per ‘insegnarmi la Chiesa’. Sì, viene
e mi dice: questa diocesi è così, così e così… Io conosco la Chiesa grazie alla sue
lezioni. Sono lezioni non a pagamento, lo fa gratuitamente” (applausi).
Concludendo l’udienza, Papa Francesco torna sulle parole di Paolo VI che,
osserva, sono così attuali che sembrano “scritte ieri”:
“Possa il
mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza, ricevere
la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi,
ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto
in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché
il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo”. (applausi)