2013-05-17 12:58:00

Papa Francesco alle Pom: non siate evangelizzatori tristi ma impazienti di portare la gioia di Cristo


“Mi siete particolarmente cari” perché mi aiutate a tenere vivo l’impegno dell’evangelizzazione nel mondo. È l’apprezzamento che Papa Francesco ha rivolto alle Pontificie Opere Missionarie, i cui responsabili – presenti a Roma per l’annuale Assemblea generale – sono stati ricevuti in udienza in Vaticano. Per la Chiesa, ha detto il Papa, portare Cristo ovunque “non è una missione facoltativa ma essenziale”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Annunciare il Vangelo è un “onore”, una “responsabilità” e un “dovere”. Tra i confini di queste tre parole Paolo VI tracciò circa 50 anni fa il campo d’azione delle Pontificie opere Missionarie (Pom). Papa Francesco, ricordando questa convinzione di Papa Montini, ribadisce di tenere in particolare considerazione il lavoro apostolico svolto dalle Pom a tutte le latitudini. “Mi siete particolarmente cari – spiega – perché mi aiutate a tenere sempre viva l’attività di evangelizzazione, paradigma di ogni opera della Chiesa”:

“La missionarietà è paradigma di ogni opera della Chiesa; è un atteggiamento paradigmatico. In effetti, il Vescovo di Roma è chiamato ad essere Pastore non solo della sua Chiesa particolare, ma anche di tutte le Chiese, affinché il Vangelo sia annunciato sino agli estremi confini della terra. E in questo compito, le Pontificie Opere Missionarie sono uno strumento privilegiato nelle mani del Papa, il quale è principio e segno dell’unità e dell’universalità della Chiesa”.

L’imperativo di annunciare Cristo a chi non lo conosce resta tale in ogni epoca della Chiesa. Missione “entusiasmante” e anche “difficile”, riconosce Papa Francesco, ma il “coraggio” di portarla avanti “viene da Dio”, perché non va mai dimenticato che la forza dell’evangelizzazione “appartiene a Lui”:

“Noi siamo chiamati ad aprirci sempre di più all’azione dello Spirito Santo, ad offrire tutta la nostra disponibilità per essere strumenti della misericordia di Dio, della sua tenerezza, del suo amore per ogni uomo e per ogni donna, soprattutto per i poveri, gli esclusi, i lontani. E questa per ogni cristiano, per tutta la Chiesa, non è una missione facoltativa, non è una missione facoltativa, ma essenziale”.

Ai responsabili sacerdoti, religiosi, suore e laici delle Pontificie Opere Missionarie Papa Francesco rinnova l’invito a tenere vivo il fuoco delle origini, “educare ogni cristiano, fin dall’infanzia, ad uno spirito veramente universale e missionario” e insieme “animare e formare le Chiese aprendole ad una dimensione ampia della missione evangelizzatrice”:

“Di fronte alla tentazione delle comunità di chiudersi in se stesse - è una tentazione più frequente, più frequente chiudersi in se stesse -, preoccupate dei propri problemi, il vostro compito è di richiamare la ‘missio ad gentes’, di testimoniare profeticamente che la vita della Chiesa e delle Chiese è missione, ed è missione universale”.

E insistendo sulla necessità per le comunità cristiane di avere ciascuna il cuore aperto sulle altre, Papa Francesco soggiunge:

“In questo contesto, vi invito ad avere un’attenzione particolare per le giovani Chiese, che non di rado operano in un clima di difficoltà, di discriminazione e di persecuzione, perché siano sostenute ed aiutate nel testimoniare con la parola e con le opere il Vangelo”.

Vibrante di cordialità e di simpatia il saluto dedicato inizialmente da Papa Francesco al cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che gli aveva presentato le Pom:

“Il cardinale Filoni ha un lavoro in più in questo tempo: lui è professore. Viene da me per ‘insegnarmi la Chiesa’. Sì, viene e mi dice: questa diocesi è così, così e così… Io conosco la Chiesa grazie alla sue lezioni. Sono lezioni non a pagamento, lo fa gratuitamente” (applausi).

Concludendo l’udienza, Papa Francesco torna sulle parole di Paolo VI che, osserva, sono così attuali che sembrano “scritte ieri”:

Possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza, ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo”. (applausi)







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