Siria. L’arcivescovo Hindo: le “milizie anti-Assad fanno pagare forti pedaggi"
“Le milizie del Free Syrian Army e i gruppi jahidisti fanno pagare pesanti pedaggi
a tutti i mezzi provenienti dalle aree di Damasco e di Aleppo che trasportano merci.
Dicono che quei soldi servono per comprare le armi, sono come 'tangenti per la rivoluzione'.
Per questo adesso i prezzi dei viveri nelle nostre città e nei nostri villaggi sono
quasi decuplicati”. Così riferisce all'agenzia Fides l'arcivescovo Jacques Behnan
Hindo, titolare della arcieparchia siro-cattolica di Hassaké-Nisibi, nella provincia
mesopotamica di Jazira. Nella regione – che comprende i centri urbani di Hassakè e
Kamishly – il confronto militare tra esercito governativo e milizie anti-Assad vive
una fase di stallo. Ma le aree circostanti sono controllate dai gruppi dell'opposizione,
e le vie di comunicazione verso Aleppo e Damasco sono interrotte. “Al momento, anche
qui la piaga dei rapimenti è quella che causa più sofferenza per tante famiglie. Negli
ultimi mesi tra Hassakè e Kamishly ci sono stati più di cento rapimenti. Ad un certo
punto io stesso ho smesso di tenere il conto. Molti dei rapiti sono ancora nelle mani
dei sequestratori” racconta preoccupato a Fides mons. Hindo. Nonostante tutto, l’arcivescovo
mantiene viva qualche speranza nelle recenti iniziative internazionali, messe in campo
per tentare una soluzione politica del conflitto siriano: “Adesso – dichiara a Fides
– tutti mettono sul tavolo pretese esagerate. Mi auguro che col tempo si trovi la
via del compromesso. Una soluzione può arrivare solo se gli agenti internazionali,
a partire dagli Stati Uniti e dalla Russia, sapranno mettere tra parentesi i rispettivi
interessi e terranno conto delle attese e delle sofferenze reali vissuti dal nostro
popolo”. (R.P.)