Papa Francesco a Bartolomeo I: i cristiani d'Oriente e Occidente diffondano insieme
il Vangelo
Una “storica decisione” che “aprì nuove strade al Vangelo e contribuì in maniera decisiva
alla nascita della civiltà europea”. Con queste parole, in un messaggio a firma del
cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, Papa Francesco definisce l’Editto
di Costantino che 1700 anni fa a Milano decretò la fine delle persecuzioni e la libertà
religiosa per i cristiani. A celebrare l’anniversario è giunto nel capoluogo lombardo
il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I, accolto dal cardinale arcivescovo
della città, Angelo Scola. Nel porgere il suo saluto a entrambi, il Papa “auspica
che, oggi come allora, la comune testimonianza dei cristiani di Oriente e di Occidente,
sorretta dallo Spirito del Risorto, concorra alla diffusione del messaggio di salvezza
in Europa e nel mondo intero e che – prosegue – grazie alla lungimiranza delle autorità
civili, sia ovunque rispettato il diritto all’espressione pubblica della propria fede
e sia accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua ad offrire
alla cultura e alla società del nostro tempo”. Sulla celebrazione ecumenica a Milano
con il Patriarca Bartolomeo I e il cardinale Scola, il servizio di Fabio Brenna:
Una preghiera
per realizzare l’unità della Pentecoste: ortodossi e cattolici insieme nella Basilica
milanese di Sant’Ambrogio a seguire la lectio del Patriarca Bartolomeo I e
quella del cardinale Angelo Scola, a partire dal capitolo 26 degli Atti degli Apostoli
e il 17 del Vangelo di Giovanni. La preghiera in italiano è stata animata dai canti
del Coro bizantino del Conservatorio di Acharnes e dalla Cappella Musicale
del Duomo di Milano. Al termine, i due leader religiosi sono scesi nella cripta a
venerare le spoglie di quel Sant’Ambrogio che fu già ponte fra Oriente e Occidente
e antesignano della libertà religiosa sancita dall’Editto costantiniano di cui si
sta celebrando il 1700.mo anniversario.
Nel suo intervento Bartolomeo I,
scampato recentemente ad un attacco diretto ad ucciderlo, ha sottolineato come, nonostante
i progressi circa il rispetto dei diritti umani, il martirio resta una condizione
connaturata al cristianesimo. Nel cammino verso l’unità, l’invito a non aver paura
di resistere alla globalizzazione distruttiva e agli attuali stili di vita materialistici:
“Non
cessiamo di pregare e di augurarci e di chiedere che tutti comprendano che la rappacificazione,
la riconciliazione, la tolleranza, la mitezza, la clemenza – virtù che onoravano Sant’Ambrogio
– possano avere riscontro positivo nella società, con le parole e con i fatti”.
Dal
canto suo, il cardinale Scola ha insistito sul bisogno di unità, per dare forma
visibile al dono della Trinità:
“Siamo partecipi della vita divina, già
da ora. Si comprende allora come la preghiera per l’unità, che Gesù pronuncia nel
frangente particolarmente solenne dell’Ultima Cena, sia assai di più che un’esortazione
morale”.
Al Patriarca è stata donata copia del nuovo Evangeliario ambrosiano
e una capsella contenente le reliquie di Sant’Ambrogio e dei Santi martiri milanesi,
e la promessa di ricambiare la visita già nel mese di gennaio 2014. Ieri, a Palazzo
Reale, Bartolomeo I e il cardinale Scola avevano dialogato a partire dalla frase giovannea,
“Conoscerete la libertà e la libertà vi farà liberi”.