Il 16 maggio 1954 moriva Vladimir Ghika, presto Beato a Bucarest
Ricorreva ierii l’anniversario della scomparsa di Vladimir Ghika, il sacerdote romeno
vissuto da santo e morto da martire, spentosi nel 1954 nel carcere politico di Jilava,
vicino Bucarest, dove sarà Beatificato il prossimo 31 agosto. La sua storia nel servizio
di Roberta Gisotti:
Aveva 80 anni
Vladimir Ghika quando è morto in carcere, accusato di spionaggio nell’interesse del
Vaticano, condannato dal regime comunista a tre anni di prigionia per alto tradimento.
“Da principe a mendicante di amore per Cristo”, così Anca Martinas, collega della
Radio Vaticana che ne ha curato la biografia, riassume la vita di quest’uomo ecclettico,
nato nel 1873 a Costantinopoli, l’odierna Istanbul, dove il padre era ambasciatore
della Romania. Il giovane Vladimir, di religione ortodossa, nipote dell’ultimo principe
della Moldavia, destinato alla carriera diplomatica, compie i suoi studi in Francia,
a Tolosa, poi a Parigi dove segue corsi di medicina, botanica, arte, lettere, filosofia,
storia e diritto. Approda quindi a Roma, dove consegue il dottorato in teologia nel
Collegio San Tommaso, futura Università Pontificia Angelicum, maturando nel 1902 la
decisione di entrare nella Chiesa cattolica, sempre impegnandosi nel suo apostolato
laico e sacerdotale per l’unità dei cristiani.
Rinuncia ad ogni agio e privilegio
per vivere nella carità da povero con i poveri. Inizia il suo peregrinare per il mondo,
arriva a parlare 22 lingue, mite nella parola tenace nella preghiera, accanto soprattutto
ai giovani e ancor più ai lontani da Dio, la più grande povertà, malattia e calamità
che possa capitare nella vita di una persona. A 50 anni Vladimir è sacerdote, una
decisione rimandata per non arrecare dolore alla mamma che mai aveva accettato la
sua scelta di diventare cattolico. Rientrato nel 1939 nel suo Paese natale, vi resterà
fino alla morte, coinvolto prima negli eventi bellici e poi nelle tristi vicende del
regime comunista, torturato e vessato in carcere, rende l’anima a Dio il 16 maggio
1954. La sorte volle che intorno a lui, nell’infermeria del carcere, vi fossero un
prete ortodosso, un pastore protestante, un giovane ebreo e un imam tartaro, a coronare
il suo desiderio di un solo gregge ed un solo pastore.