"La gente a Milano
ha capito che si è trattato di un gesto violento ma che non ha avuto nessun risvolto
razzista. Nella comunità di Niguarda ho raccolto un grande dolore, una grande compostezza,
un sentimento di profonda pietà per le vittime, di vicinanza ai familiari e la voglia
di stringersi per continuare a proporre vita buona". Il vicario episcopale della
diocesi ambrosiana Mons. Carlo Faccendini, commenta ai nostri microfoni quanto accaduto
nel capoluogo lombardo sabato scorso: l'aggressione, da parte di un trentenne ghanese
a colpi di spranga e piccone, a cinque persone, tre delle quali sono morte. "Questo
episodio un po' ripropone il problema della sicurezza - precisa il presule - però
ho l'impressione che con il passare del tempo, man mano che esso viene correttamente
interpretato e valutato, i cittadini sentano la questione come normalmente la vivono
in una grande città. Sulla necessità dei pattugliamenti militari a Milano, non saprei
pronunciarmi. La polizia fa un servizio egregio in città. Certo, di fronte a gesti
improvvisi come questo si resta smarriti. Non si può comunque imputare un fatto
del genere ad un deficit di presidio della città". Che fare dunque per prevenire?
Sicuramente occorre rinnovare cura, attenzione, capacità di accoglienza di queste
persone immigrate. E la città devo dire che non ha abbassato la guardia su questo
fronte. Per quanto vada risvegliato il senso di disponibilità allo straniero,
mi pare che Milano si sia dimostrata sempre aperta". (a cura di Antonella Palermo)