Giornata Onu delle Famiglie. Ban Ki-moon: celebriamo le relazioni intergenerazionali
Si è celebrata mercoledì in tutto il mondo la Giornata internazionale delle Famiglie,
indetta dall'Onu nel 1993 per riflettere sull’importanza che la famiglia ricopre
in tutto il mondo. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
Un’occasione
per celebrare le relazioni intergenerazionali all’interno della famiglia. E’ questo
il senso dell’odierna Giornata internazionale delle Famiglie indetta dall’Onu, così
come espresso nel messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.
Occorre riflettere, è l’invito di Ban, sul modo in cui questi rapporti vengano influenzati
dalle politiche socio-economiche e su cosa si debba fare per rafforzare le famiglie.
Disoccupazione, mancato sostegno all’infanzia e agli anziani sono i punti che Ban
Ki-moon indica come sfide urgenti da affrontare e che chiedono sempre più il supporto
alla famiglia da parte della politica, delle istituzioni pubbliche, così come delle
imprese private. Il sociologo Pierpaolo Donati:
R. – Credo che il messaggio
di Ban Ki-moon sia veramente centrale, nel senso ha dato questo input: la famiglia
fa la sua parte, mentre gli Stati e le economie, cioè i mercati, in qualche modo distruggono
la famiglia, per usare un termine molto forte, vanno cioè contro la solidarietà delle
relazioni familiari. Quindi, prende le parti in qualche modo della famiglia concepita
come relazione sociale e quindi come relazione fra i sessi e fra le generazioni. Il
vero problema che lui coglie è che quando parliamo di famiglia non parliamo di un
aggregato di individui per cui si tratta di trattare bene il bambino, l’anziano, la
donna, l’uomo, etc… Si tratta di cogliere la famiglia come un soggetto sociale, fatto
di una certa relazionalità specifica della famiglia e non di altre formazione sociali
che possono essere dei gruppi di persone che convivono assieme, ma che non sono famiglia.
Direi che il messaggio di Ban Ki-moon vada proprio al cuore del problema della famiglia
oggi.
D. – Nel messaggio, Ban Ki-moon indicata tre sfide che – sottolinea
– rendono il supporto della famiglia più importante che mai: la disoccupazione, che
costringe i giovani spesso a restare a casa dei genitori, la mancanza di assistenza
all’infanzia e agli anziani, che percepiscono basse pensioni…
R. – Giustamente,
questi sono tre punti importanti. Però, sono tre indicatori a valle del processo di
affaticamento della famiglia. Il problema è il sistema di trattamento complessivo
della famiglia: è come il sistema vede o non vede la famiglia nel suo complesso.
La famiglia è la grande camera di compensazione dei redditi, dove si ridistribuisce
quello che arriva in famiglia. Quindi, di fatto, le famiglie compiono questo lavoro
di solidarietà di ridistribuzione che lo Stato non fa e all’economia non interessa,
perché alle imprese interessa solo vendere e consumare. Quindi, la famiglia è questo
grande ammortizzatore di solidarietà fra le generazioni. Noi ragioniamo sempre e soltanto
con degli interventi agli individui, perché questa è la tradizione moderna, per cui
la cittadinanza è dell’individuo e non è della famiglia. Io ricordo che in Italia
l’articolo 29 della nostra Costituzione dice che ci sono i diritti della famiglia,
non i diritti degli individui nella famiglia. Questa concezione del fatto che la famiglia
ha una sua cittadinanza come soggetto sociale è proprio il punto che deve ispirare
politiche dello Stato, ma anche politiche economiche del mercato, per fare in modo
che quello che si fa - dal punto di vista dello Stato e del mercato – sia rivolto
all’insieme, al soggetto della famiglia e non agli individui come tali.