Nepal. Associazione dei medici: no all'aborto e alla cultura della morte
I medici nepalesi si scagliano contro la crescita esponenziale degli aborti e minacciano
di scioperare se il governo non prenderà provvedimenti. Secondo dati del ministero
del Salute, sono oltre 95mila i casi di interruzione di gravidanza registrati dall'aprile
2010 all'aprile 2011. Il 25% delle pazienti è di età inferiore ai 18 anni. La media
è di circa 65 aborti al giorno. Il dato è in continuo aumento. Fra il 2007 e il 2008
circa 51mila donne hanno fatto ricorso a tale pratica; quasi 89mila fra il 2009 e
il 2010. Intervistato dall'agenzia AsiaNews Bhola Rijal, ginecologo e responsabile
dell'Associazione nazionale dei medici nepalesi, afferma che "la crescita degli aborti
sta causando un disastro sanitario nel Paese. Per questa ragione, abbiamo deciso di
opporci a qualsiasi forma di interruzione volontaria della gravidanza". Per il medico,
molti colleghi da poco usciti dalle università considerano tale pratica come una fonte
di guadagno, senza alcuna implicazione morale o etica. I casi più frequenti di interruzione
volontaria della gravidanza riguardano la comunità indù e le aree rurali del Paese,
dove spesso le donne subiscono violenze o vengono abbandonate dai loro compagni o
mariti una volta rimaste incinta. Chanda Karki, ginecologa in un importante ospedale
di Kathmandu, sottolinea che "sempre più adolescenti ricorrono all'aborto. Nei nostri
ambulatori ospitiamo giovani di età inferiore ai 13 anni. Pur così piccole, alcune
ragazze sono già al loro secondo aborto. Così abbiamo deciso di non concedere più
questa pratica se non per i casi veramente a rischio". Praveen Mishara, segretario
del ministero della Salute, confessa che "vi è un abuso dell'aborto in Nepal. I nostri
responsabili stanno facendo di tutto per arginare questo fenomeno che sta raggiungendo
numeri preoccupanti". In Nepal l'interruzione della gravidanza è legale dal 2002 per
i casi in cui vi è un rischio per la salute della donna o del bambino, in caso di
stupro, o se la donna non è capace di intendere e volere. L'aborto selettivo o forzato
è illegale. Nelle aree rurali molte Organizzazioni non governative straniere hanno
diffuso la cultura della contraccezione e della sterilizzazione volontaria per combattere
la povertà. Dal 2006 a oggi almeno una donna su 10 fa ricorso a interruzioni di gravidanza
o utilizzo di pillole abortive e contraccettive. Dal 2001 al 2006 il tasso di fertilità
è passato dal 4,1 al 3,3. (R.P.)