Angola: il governo esorta i leader cristiani a combattere la proliferazione delle
sette illegali
La Ministra della Cultura angolana Rosa da Cruz e Silva ha esortato le Chiese cristiane
tradizionali e legalmente riconosciute in Angola a mobilitarsi per fermare la diffusione
delle nuove sette illegali che minacciano l’ordine pubblico e l’identità culturale
del Paese. Aprendo nei giorni scorsi un incontro tra il Governo e i leader religiosi
cristiani dedicato al fenomeno religioso, da Cruz e Silva – riporta l’agenzia angolana
Angop, ripresa dall’Apic - ha lamentato la proliferazione disordinata dei nuovi culti,
richiamando l’importanza del ruolo dei leader religiosi cristiani quali mediatori
tra la società e lo Stato “per l’armonia , la difesa dei valori e dei principi nazionali”
e nell’educazione alla cittadinanza. Alle parole della ministra hanno fatto eco quelle
del Segretario del Presidente della Repubblica per gli affari sociali e religiosi,
Simão Helena, che ha esortato i leader cristiani a collaborare su questo fronte. “La
Chiesa - ha detto – dovrebbe aiutare lo Stato a trovare soluzioni che mettano tutti
d’accordo”. Egli ha quindi esortato le Chiese legali ad essere unite perché, ha affermato,
“l’unità della società dipende dalle Chiese”. A marzo Helena aveva già espresso
viva preoccupazione per il proliferare di sette impegnate in attività illegali. Nell’ambito
di una conferenza intitolata “Riflessioni sulla situazione attuale della Chiesa in
Angola”, il segretario aveva precisato che delle 900 chiese attive nel Paese solo
83 sono riconosciute legali dal Ministero della Cultura e in molti casi si tratta
di gruppi settari che fanno leva sulla credulità e sul bisogno delle persone, per
fini meramente economici e che non contribuiscono in alcun modo al miglioramento
della società. A riaccendere i riflettori sul fenomeno è stata la tragedia avvenuta
il 31 dicembre scorso allo Stadio Citadella di Luanda durante una veglia organizzata
dalla Chiesa Universale del Regno di Dio (Iurd - appartenente alla confessione evangelica
neo-pentecostale di origine brasiliana) in cui, a causa della ressa, avevano perso
la vita sedici persone. Dopo l’incidente il Governo aveva deciso di sospendere per
due mesi ogni attività della Iurd e aperto un’inchiesta. (A cura di Lisa Zengarini)