Visita dei vescovi nigeriani nel nord del Paese: "La Chiesa è con voi"
Si fa sentire in questi giorni “l’onda d’urto” della terribile carneficina avvenuta
il 19 aprile scorso a Baga, nel nordest della Nigeria, dove, nel corso di un’operazione
dell’esercito contro gli estremisti di Boko Haram, sono rimasti uccisi 200 civili
e circa duemila case sono andate distrutte. Da quel momento, è iniziato un lungo esodo
della popolazione sopravvissuta verso le aree di Diffa e di Bosso, nel vicino Niger,
che però sono le più povere del Paese, provate lo scorso anno da gravi inondazioni
che hanno devastato i raccolti. Sono già 200 i profughi arrivati qui, in condizioni
di estrema povertà, affamati e assetati, e si prevede che nei prossimi giorni ne arriveranno
tremila: è l’allarme lanciato dal Comitato internazionale della Croce Rossa che ha
chiesto “aiuto immediato”. Intanto, nella città nigeriana di Maiduguri, capitale dello
Stato di Borno, si è svolta la visita di solidarietà dei vescovi della provincia ecclesiastica
di Jos, che al termine hanno redatto un messaggio inviato all’agenzia Fides: “Tutta
la Chiesa nigeriana s’identifica e prega per voi – hanno scritto alle popolazioni
di Maiduguri ma anche di Borno, Yobe e dello Stato di Adamawa – chiediamo al governo
una più attenta opera di creazione di rapporti con le popolazioni locali per fornire
protezione, entro i limiti della legge, in questa parte della Nigeria e in tutto il
Paese”. Il documento rende omaggio anche al vescovo della città, mons. Oliver Dashe
Doeme, e ai suoi sacerdoti che sono rimasti saldi nella fede e impegnati nella promozione
dell’armonia e della pace anche di fronte alle provocazioni, e contiene un riferimento
all’episodio di Baga: “Preghiamo per le anime di coloro che sono morti in questa violenza
inutile, per la pronta guarigione dei feriti – concludono i presuli – e speriamo che
il governo dia assistenza a quanti hanno perso le proprietà e i mezzi di sostentamento”.
(R.B.)