2013-05-13 15:16:50

Filippine al voto tra violenze e appelli alla trasparenza


Sta procedendo regolarmente finora la giornata elettorale in corso nelle Filippine, dove oltre 52 milioni di elettori dislocati in circa 70 mila seggi sono chiamati a rinnovare il Parlamento, parte del Senato e numerosi tra Consigli provinciali e comunali. Ingenti le misure di sicurezza dispiegate in tutto l’arcipelago a causa del clima di violenza registrato durante la campagna elettorale aperta nel febbraio scorso, che ha causato la morte di circa 60 persone. Secondo le stime – spiega Misna – la tornata elettorale sarebbe un test per il presidente Benigno Aquino, giunto a metà mandato, che porta a casa successi come il rilancio dell’economia locale in un Paese in cui un terzo della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, e la possibilità di firmare finalmente un accordio di pace con il Fronte di liberazione islamico Moro (Milf) in lotta con Manila dagli anni ’70 e responsabile di circa 15 mila vittime. Secondo alcune fonti non confermate, la violenza non avrebbe risparmiato, però, neppure la giornata di oggi, in cui si sarebbero registrati disordini in alcuni villaggi della provincia di Zamboanga sud. Un appello alla sacralità del voto e alla sua trasparenza arriva dai vescovi e dai movimenti cattolici dell’arcipelago, diffuso attraverso l’agenzia Fides. In una lettera pastorale, l’arcivescovo di Tuguegarao, mons. Sergio Utleg, ha ricordato come “le elezioni sono essenziali per il bene comune perché selezionano i leader che creano le condizioni che permettono a ciascuno di adempiere alla propria vocazione”. Il presule esorta, quindi, a scegliere “persone competenti con spirito di servizio” e a rifiutare, invece, “i candidati che hanno espresso posizioni contrarie ai fondamentali insegnamenti della Chiesa”. Sulla stessa linea, anche il movimento Dilaab che riassume tutto in 5 punti fondamentali: pregare per il Paese e per le elezioni; partecipare attivamente al voto; rifiutare il commercio di voti, discernere i candidati in base al loro stile di vita e alla loro reputazione; condividere e confrontarsi con gli altri elettori. Entra ancora di più nel dettaglio il movimento "Hope", invitando a votare per coloro che sono impegnati nella tutela dell’ambiente, della sacralità della vita e del buon governo e appoggiano programmi contro la povertà e per la famiglia, la dignità e il rispetto dei diritti fondamentali. (R.B.)







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