Da Benedetto a Francesco. In un libro di padre Spadaro, la straordinaria successione
tra i due Papi
Sono passati due mesi dall’elezione di Papa Francesco, due mesi fecondi e per molti
aspetti straordinari, per la vita della Chiesa e non solo. Proprio in occasione di
questa ricorrenza, è uscito nelle librerie il volume “Da Benedetto a Francesco”, scritto
dal direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, e pubblicato
dalla Lindau. Il libro è una lettura in prima persona della successione tra i due
Pontefici. Alessandro Gisotti ha chiesto a padre Spadaro di soffermarsi sulla
motivazione che lo ha mosso a scrivere questo libro-diario:
R. - Ho scritto
questo libro perché avevo bisogno di capire, capire quello che stava accadendo perché
ho vissuto questi eventi in presa diretta come direttore di Civiltà Cattolica. Ho
seguito per la mia rivista tutta la vicenda: dalla rinuncia di Benedetto XVI al Conclave,
fino all’elezione di Papa Francesco. Così alla fine ho preso nota di tutto, però volevo
anche raccontare in “soggettiva” quello che stava accadendo, cioè cercando di scrivere
come stavo vivendo quegli eventi in maniera molto personale. Dunque, certamente è
un diario, una scrittura “calda” di quegli eventi.
D. - Il periodo dalla rinuncia
di Benedetto XVI alla elezione di Francesco è - come sottolinea nel libro - "incredibile".
È possibile trovare una chiave di lettura per decifrare, per abbracciare il significato
di questa straordinaria successione?
R. - Credo di sì. Credo che sia contenuto
nelle parole con le quali Benedetto XVI annunciava la sua rinuncia. La chiave di lettura
credo siano i "rapidi mutamenti del mondo contemporaneo" e quelle che Benedetto XVI
chiamava “le sfide di maggior peso per la fede” che richiedono vigore. Il periodo
dall’11 febbraio al 13 marzo - di cui scrivo nel mio libro - parla di una Chiesa viva
che si riconosce “semper reformanda”, cioè sempre da riformare. Papa Francesco ha
raccolto il testimone di Papa Benedetto con vigore, come stiamo vedendo, e proprio
nella prospettiva della riforma.
D. - Il libro è pervaso di "ottimismo realista",
una formula che viene evocata più volte. È questa la cifra del passaggio di testimone
tra Benedetto e Francesco, una successione per altro che avviene proprio nell’Anno
della Fede?
R. - Sì assolutamente e qui si riconosce una delle cifre della
“gesuiticità” di Papa Francesco, che cerco di mettere appunto in luce nella seconda
parte del libro. La spiritualità dei gesuiti è di un "realismo ottimista", perché
si fonda sul cercare e trovare Dio in tutte le cose, in tutte le situazioni - come
diceva Sant’Ignazio - e come Papa Francesco ha detto più volte: “Dio vive già nel
mondo e ci spinge ad uscire incontro a Lui per scoprirlo”; addirittura in un’intervista
disse che dobbiamo "accompagnare Dio" nella sua crescita nel mondo. Quindi, nonostante
tutto il dolore e i problemi del mondo, per Papa Bergoglio il nostro mondo, la nostra
realtà è il luogo in cui Dio è all’opera, quindi non si può essere pessimisti!
D.
- Lei scrive che il Dio di Bergoglio è il Deus semper maior di Sant’Ignazio
di Loyola, dunque il “Dio delle sorprese”. Certo le sorprese non sono mancate in questi
primi due mesi di Papa Francesco. Una sua riflessione a riguardo…
R. - Dio
ci sorprende sempre, ha detto Papa Francesco. Una volta, in una sua meditazione sul
Profeta Giona disse che Dio irrompe nella vita come un torrente. Quindi, Dio supera
sempre, è sempre maggiore di noi, del nostro modo di pensare, del nostro modo di immaginarlo.
Per quanto riguarda poi le sorprese di questi due mesi, credo che derivino dalla capacità
comunicativa del Papa: il Papa ama i gesti che significano vicinanza a distanza personale,
inclusi anche gli abbracci che indicano tanta empatia, tanta condivisione. Si percepisce
anche che il suo sguardo non è rivolto alla massa, ma ai singoli che fissa con gli
occhi, con attenzione e proprio questa è una forma per lui naturale, congeniale di
annunciare il Vangelo cioè di far percepire che - come disse una volta durante un’omelia
- Dio ci ama tanto, è tutto amore. Del resto, questa è la vera sorpresa che il Papa
continua ad annunciare.