2013-05-13 14:13:26

Centrafrica. Un missionario denuncia: qui rischio d’insediamento di al Qaeda


La Repubblica Centrafricana potrebbe diventare “una sede di al Qaeda”: a lanciare l’allarme è il missionario carmelitano, Anastasio Roggero, che lavora dal 1975 nel Paese e dal quale è appena tornato. Sentito dalla Fides, a suo parere in Centrafrica – che è grande quanto la Francia ma ha appena 5 milioni di abitanti – c’è il rischio reale, trovandosi nel centro del continente, che s’insedi una centrale del terrorismo. I “sintomi” raccontati del missionario sono “l’atteggiamento ostile degli uomini di Seleka nei confronti dei cristiani, un fatto senza precedenti nella storia del Paese, neppure durante gli ammutinamenti dell’esercito alla fine degli anni Novanta o durante le ribellioni del 2001 e del 2002-2003”. Padre Roggero cita a esempio il trattamento ricevuto dai Cappuccini della missione di Gofo, al confine con il Ciad, la cui struttura è stata completamente distrutta, mentre i frati sono stati costretti a riparare a Bangui, a 800 km di distanza. “Bangui – ha aggiunto – è l’unico luogo in cui si sta facendo qualcosa per la sicurezza. Ad esempio, è stato riaperto il liceo De Gaulle”. Nelle altre aree del Paese, però, la situazione resta precaria, alla mercé dei ribelli – in maggioranza sudanesi e ciaidiani – che fanno del Centrafrica il loro bottino di guerra: “Costringono la popolazione a dare del denaro – conclude il sacerdote – oppure rubano alla povera gente, perfino i vestiti che indossano. Per lo più, si tratta di mercenari pagati con questi saccheggi”. (R.B.)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 133







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