"Secondo l'articolo
9 della Carta Onu sui diritti del fanciullo, il bambino ha il diritto di intrattenere
regolarmente rapporti personali e contatti diretti con entrambi i genitori". Lo
ricorda Lia Sacerdote, presidente di 'Bambinisenzasbarre Onlus' presentando
la petizione, rivolta al presidente Napolitano e al ministro Cancellieri, che mira
a far sì che i bambini figli di detenuti possano condividere le occasioni importanti
della loro vita con i propri genitori. "Si tratta di cambiare prospettiva - spiega
- mettersi dalla parte dei bisogni dei bambini e non dei limiti giuridici dei genitori.
Serve un profondo cambiamento culturale nei confronti del più vulnerabile: il bambino".
"Quand'ero piccola, i giorni più tristi erano le occasioni di festa o quelle più importanti,
come Natale, i compleanni, le recite scolastiche" racconta Greta, già figlia di detenuti
e oggi testimone della petizione intitolata "Non un mio crimine, ma una mia condanna".
"Erano giornate in cui mia mamma non era mai preseente - racconta - ma era sempre
lì a San Vittore. Mia nonna mi impedì anche di fare la prima comunione proprio perché
i miei genitori erano in carcere. Si vergognava perché sarei stata l'unica bambina
senza la mamma e il papà". (A cura di Fabio Colagrande)