Canada. Marcia per la vita contro la selezione delle nascite
Mettere fine alla selezione delle nascite su base sessuale: con questo obiettivo si
è svolta giovedì scorso, a Ottawa, in Canada, l’annuale marcia nazionale per la vita
promossa dall’Organismo cattolico per la vita e la famiglia (Ocvf), fondato congiuntamente
dalla Conferenza episcopale del Canada e dal Consiglio supremo dei Cavalieri di Colombo.
Il tema scelto per questa edizione – riferisce L’Osservatore Romano - ha voluto richiamare
l’attenzione su un fenomeno già tristemente conosciuto in Paesi come l’India e la
Cina, ma che si sta diffondendo in modo preoccupante anche in nazioni sviluppate,
grazie alle nuove tecnologie di diagnosi prenatale che permettono di conoscere il
sesso del nascituro. In particolare in India, sono state circa tre milioni le bambine
indiane “scomparse” nel nulla nel 2011, secondo uno studio del «Children in India
2012: A Statistical Appraisal», pubblicato dal centro statistico del Paese. Nel messaggio
dell’Ocvf viene sottolineato che ogni anno in Canada circa centomila bambini vengono
abortiti. Questa scelta viene rivendicata da molti come un diritto, ma di fronte alla
piaga degli aborti basati sulla selezione del sesso anche le deboli giustificazioni
teoriche vengono a cadere. «È impossibile — si legge nel messaggio — continuare a
credere alla leggenda che un nascituro, maschio o femmina, non è altro che un “ammasso
di cellule”. Se c’è una lezione da trarre dalla tragica realtà degli aborti selettivi
in Canada è che la causa della vita vincerà solo quando avremo creato una cultura
che rispetti la dignità e il valore di ogni vita umana, a prescindere dal sesso. Una
cultura della vita riconosce un valore uguale a ogni vita umana». Negli ultimi anni,
in alcune comunità canadesi è cresciuto il numero di bambine esposte alla minaccia
dell’aborto. E proprio su questo argomento hanno voluto fare leva i promotori della
marcia, nella consapevolezza che «la stragrande maggioranza dei canadesi sono scioccati
all’idea che una bambina possa essere abortita solo per il fatto di essere di sesso
femminile». Oltre alla marcia nazionale che si è svolta giovedì 9, quest’anno l’Organismo
cattolico per la vita e la famiglia ha organizzato, dal 12 al 19 maggio, la prima
Settimana nazionale per la vita e la famiglia, un’iniziativa che si inserisce nell’ambito
dello speciale programma pastorale «Costruire una cultura della vita e della famiglia
in Canada» lanciato dall’episcopato nel 2011 in vista dell’Anno della fede indetto
da Benedetto XVI. In diverse occasioni l’Ocvf e i movimenti pro vita del Canada hanno
ribadito che l’aborto senza limitazioni non è approvato dalla maggioranza della popolazione,
ma continua a verificarsi a causa del «silenzio e dell’indifferenza pubblica». Quanti
non si sono potuti recare a Ottawa per esprimere il proprio dissenso hanno manifestato
in diverse città del Paese.