Uzbekistan: per i detenuti limitata in carcere anche la libertà di fede
La libertà di professare il proprio credo religioso, in Uzbekistan, Paese in cui l’88%
della popolazione è di fede islamica e appena l’8% cristiana, costituisce un serio
problema. AsiaNews riferisce che la situazione è particolarmente difficile nelle carceri,
in cui sarebbe impossibile pregare, stando a quanto raccontato dai parenti di alcuni
prigionieri musulmani, mentre già il mese scorso Andrei Serin, della Chiesa battista
di Tashkent, aveva dichiarato che a un detenuto della sua comunità era stata sequestrata
la Bibbia. Il responsabile del Dipartimento statale per il controllo della fede islamica,
Mukhammadakmal Sharikov, ha respinto le accuse, affermando che “nelle carceri del
Paese ogni detenuto è libero di pregare o leggere volumi religiosi”. Il rapporto annuale
della Commissione statunitense per la libertà religiosa, pubblicato il 30 aprile scorso,
ha però inserito l’Uzbekistan tra i 15 Paesi “oggetto di particolare attenzione” sulla
materia, i cui governi di fatto limiterebbero fortemente la libertà confessionale.
(R.B.)